
Tuduu raccoglie un milione per portare all’estero l’ecommerce dei piccoli produttori
Nel primo mese di lancio, lo scorso maggio, ha totalizzato 26mila utenti unici, dei quali il 30% stranieri. Commercianti, piccoli distributori, ristoratori e consumatori finali che hanno attinto ai cataloghi di piccole e medie imprese italiane che operano nel campo dell’enogastronomia, tra food, vino e birra, e che propongono prevalentemente pasta, sughi, olio d’oliva, prodotti panificati, etichette di nicchia.
«Sulla nostra piattaforma non ci sono i grandi marchi più noti del made in Italy: non perché abbiamo preclusioni ma perché la nostra mission è quella di dare una concreta opportunità ai piccoli produttori», dice Giuseppe Virzì, fondatore di Tuduu, il marketplace nato per portare nel mondo la grande tradizione alimentare nazionale (solo 12mila imprese si avvalgono oggi anche dell’e-commerce), digitalizzando i cataloghi, traducendoli in 17 lingue (ci sono anche l’hindi e il coreano) e corredandoli con oltre duemila ricette. Una scommessa che ha convinto più di trenta tra imprenditori e business angel grazie ai quali la start up ha chiuso un round di investimento superiore a un milione di euro. L’operazione – fanno sapere dalla start up – coinvolge oltre 30 business angel e imprenditori, tra cui Giulio Xiloyannis, Luca Foresti, Rossella Brenna, Nabil De Marco e Francesco Pagano.
Risorse che serviranno per lo sviluppo tecnologico, attraverso l’intelligenza artificiale, di un nuovo approccio di customer service e di un sistema automatizzato di doppiaggio dei video realizzati dai produttori. Nel primo caso l’idea è quella di facilitare consumatori e buyer nella selezione dei prodotti più consoni alle loro esigenze, indirizzandoli verso acquisti maggiormente personalizzati. Nel secondo caso si tratta di tradurre e distribuire i video anche sui principali social network e su YouTube.
Tutto è iniziato a Milano con una mobile app e poi proseguito, nel 2024, con una piattaforma globale sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Oggi la start up è una vera e propria tech company che fa leva su tre algoritmi capaci di analizzare, tradurre e arricchire i cataloghi dei produttori (ma anche dei distributori).
«Il mercato del food italiano, che è ancora scarsamente digitalizzato, ha tuttora enormi potenzialità sul fronte delle esportazioni, noi abbiamo pensato a una vetrina internazionale», spiega Virzì, che può contare sulla collaborazione di 12 persone. Adesso Tuduu espone i prodotti di 25 imprese, per un totale di 50 mila referenze, concentrandosi su una nicchia enogastronomica. Con altri 25 sta concludendo l’accordo per il debutto sulla piattaforma. Accordo che prevede un fee di intermediazione, con la spedizione che resta sempre a carico del produttore.
Fonte: Il Sole 24 Ore