Tumore al seno: l’obbligo di ridurre quel 7% di donne metastatiche alla diagnosi

Tumore al seno: l’obbligo di ridurre quel 7% di donne metastatiche alla diagnosi

La rapidità di intervento è fondamentale sia per diagnosticare sia per trattare la persona affetta da malattia metastatica, che può manifestarsi in modo diverso in ogni donna.

Essenziali i centri di senologia regionali

Per garantire la miglior cura possibile in ogni momento è essenziale la presa in carico in un centro di senologia riconosciuto a livello regionale. Solo questo è il luogo in cui multidisciplinarietà e multi-professionalità sono garantite, il team lavora su ogni singolo caso e, nel contesto di strutture complesse, si confronta con specialisti d’organo. La complessità strutturale ed organizzativa della Breast Unit consente poi anche la rapidità di diagnosi radiologica, istologica e molecolare.

Alla cruciale competenza dei medici specialisti, oncologi in primis, deve però accompagnarsi l’intervento di figure di riferimento in grado di seguire la donna metastatica nel confronto con la sua prospettiva di vita: quella dello psiconcologo, tra queste, rappresenta un vulnus strutturale del sistema, cui spesso suppliscono le associazioni. Figure determinanti per l’efficacia del percorso sono poi il nutrizionista e il medico del dolore: nelle metastasi ossee il controllo del dolore è un obbligo di tipo etico, oltre che clinico. Perseguire l’obiettivo di migliorare la qualità di vita per le donne in evoluzione di malattia richiede strumenti idonei e co-operazione tra professioni sanitarie e specialistiche e associazioni.

Garantire l’accesso ai diritti

Oltre le mura dell’ospedale, poi, vi è il faticoso percorso di accesso ai diritti previdenziali e fiscali, che vede non di rado le donne metastatiche soggette, per esempio, a revisione periodica della loro condizione di invalidità.

Ed infine la terapia. La ricerca farmacologica fa passi da gigante e consente ad alcune donne metastatiche di vivere per oltre dieci anni dalla diagnosi. A livello nazionale persiste però una difficoltà nell’accesso ai farmaci innovativi. Anche se l’AIFA ha aperto ai portatori di interesse, perdura un ritardo di registrazione e resta disomogeneo l’iter delle varie Regioni e delle numerose aziende sanitarie per l’inserimento in prontuario e la messa a disposizione dei farmaci innovativi.

Fonte: Il Sole 24 Ore