
Tumore del polmone, rimborsabile farmaco target in associazione con la chemio o da solo
La medicina di precisione fa un altro passo avanti per le persone che affrontano il tumore del polmone. Con circa 45.000 nuovi casi nel 2024 in Italia questa patologia si assesta tra le forme più frequenti in ambito oncologico, ma la scienza e la ricerca stanno mettendo a punto trattamenti specifici sulla scorta delle caratteristiche della malattia stessa. In questo senso, ci sono due buone notizie.
La decisione dell’Agenzia italiana del farmaco
Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha approvato la rimborsabilità di una terapia mirata (osimertinib), in combinazione con chemioterapia. Questo trattamento migliora il controllo della malattia nei pazienti colpiti da tumore del polmone non a piccole cellule con mutazione del gene EGFR: a 4 anni è vivo il 49% dei pazienti. La nuova combinazione è indicata per il trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato o metastatico, in presenza di e mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFRm). Non solo. Aifa ha approvato la rimborsabilità di osimertinib da solo nel trattamento dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule localmente avanzato, non resecabile, con mutazioni di EGFR, la cui malattia non è progredita durante o dopo la chemioradioterapia. Per questa popolazione si apre la possibilità di accedere a una terapia target dopo gli approccio medici più classici.
Diagnosi precoce e profilazione delle cellule patologiche
Sia chiaro. Le sfide da affrontare sono ancora molte. Appare innanzitutto fondamentale su una diagnosi sempre più precoce, visto che in circa quattro casi su cinque la malattia viene riconosciuta tardivamente. Ma soprattutto si rivela sempre più importante puntare, quando possibile, a trattamenti personalizzati, studiati dal team sulla scorta delle caratteristiche della patologia. Lo conferma Silvia Novello, Presidente di Women Against Lung Cancer in Europe (WALCE), Direttore dell’Oncologia Medica all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano e Professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università degli Studi di Torino, parlando della mutazione del gene EFGR “Questa mutazione è presente nel 15% circa dei casi di carcinoma polmonare non a piccole cellule nella popolazione caucasica, e con maggior frequenza nei non fumatori – fa sapere l’esperta. Lo studio FLAURA2 ha confermato la rilevanza della profilazione molecolare per un ottimale inquadramento diagnostico e terapeutico del tumore del polmone. La mutazione a carico di EGFR è un biomarcatore che, nel tempo, si è rivelato uno dei driver più importanti, in grado di guidare in maniera efficace la scelta della cura. Ogni indicazione terapeutica nel carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato deve essere preceduta dalla profilazione molecolare”. Sul fronte dei modelli di presa in carico, l’esperta segnala come sia fondamentale la collaborazione multidisciplinare, a partire dal momento della diagnosi. “Questi aspetti diventano ancora più decisivi alla luce dei dati dello studio FLAURA2 e dell’approvazione della rimborsabilità della combinazione osimertinib più chemioterapia da parte di Aifa – fa sapere Novello”.
Cure sempre più su misura
Lo studio FLAURA2, cui fa riferimento la studiosa, dimostra che osimertinib con l’aggiunta di chemioterapia offre un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione e della sopravvivenza globale. “Osimertinib in combinazione con chemioterapia stabilisce un nuovo punto di riferimento, con il più esteso beneficio in termini di sopravvivenza globale mai riportato in questo setting – spiega Filippo de Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e Presidente di Aiot (Associazione Italiana di Oncologia Toracica). Grazie alla nuova combinazione, è stata ottenuta una sopravvivenza globale mediana di quasi 4 anni, un anno in più rispetto a osimertinib in monoterapia, con una riduzione del rischio di morte del 23%. L’aggiunta della chemioterapia ad osimertinib permette di superare i meccanismi di resistenza messi in atto dal tumore e di realizzare un ulteriore progresso nella cura, ora disponibile anche per i pazienti del nostro Paese”. Non solo. Un’ulteriore indicazione da parte di Aifa riguarda osimertinib in monoterapia per i pazienti con tumore del polmone in stadio localmente avanzato non resecabile e con mutazione di EGFR, in cui la terapia mirata ha dimostrato di ottimizzare l’efficacia della chemioradioterapia. Nello studio LAURA, pubblicato sul “The New England Journal of Medicine”, osimertinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte dell’84%, prolungando la sopravvivenza libera da progressione a più di tre anni. “Sono risultati senza precedenti nei pazienti con tumore del polmone di Stadio III non resecabile con mutazione di EGFR, una popolazione che finora non ha potuto beneficiare di un trattamento specifico di mantenimento dopo la chemioradioterapia – conclude de Marinis. Questi dati sottolineano la necessità di diagnosticare e trattare i pazienti con tumore del polmone il più presto possibile”.
Fonte: Il Sole 24 Ore