Tumori: nel 2050 i morti supereranno i 18 milioni (+75%), ecco i motivi e come evitarne il 42%

Tumori: nel 2050 i morti supereranno i 18 milioni (+75%), ecco i motivi e come evitarne il 42%

Nonostante i progressi nella cura del cancro e gli sforzi per contrastare i fattori di rischio della malattia, nel mondo il numero di nuovi casi è più che raddoppiato dal 1990 al 2023 (arrivando a 18,5 milioni) e i decessi hanno subito un’impennata del 74% (10,4 milioni). Guardando al futuro, “senza un’azione urgente e finanziamenti mirati”, si prevede che nel 2050 le persone che riceveranno una nuova diagnosi di tumore raggiungeranno quota 30,5 milioni e i morti saliranno a 18,6 milioni. E oltre la metà dei nuovi casi e due terzi dei decessi saranno concentrati nei Paesi a basso e medio reddito (Lmic). E’ il quadro che emerge da una nuova analisi dei Global Burden of Disease Study Cancer Collaborators, pubblicata su ‘The Lancet’.

Le ragioni della crescita dei casi

Il peso del cancro in tutto il mondo è dunque in aumento. Da oggi al 2050, il numero di casi annui passerà da 18,5 a oltre 30 milioni con un incremento del 61%, mentre i decessi saliranno di circa il 75%, passando da 10,4 a 18,6 milioni. L’incremento deriva dal concorso soprattutto di tre fenomeni: la crescita demografica, l’invecchiamento della popolazione e la diffusione di fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza di neoplasie. Lo rivela uno studio frutto di una collaborazione internazionale (‘Global Burden of Disease Study Cancer Collaborators’) e pubblicato sulla rivista The Lancet. “Il cancro contribuisce in maniera importante al carico di malattia a livello globale e il nostro studio evidenzia come si preveda una crescita sostanziale nei prossimi decenni, che interesserà in maniera sproporzionata i Paesi con risorse limitate”, ha affermato l’autrice principale dello studio Lisa Force dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’University of Washington.

Un trend che arriva da lontano

La tendenza identificata dal nuovo studio non è nuova; anzi costituisce la prosecuzione di un andamento di lungo periodo. Già tra il 1990 il 2023, a livello globale, il numero di nuovi casi di cancro è più che raddoppiato; nello stesso periodo il numero di decessi è cresciuto del 74%. Le neoplasie che più hanno contribuito alla mortalità sono state il cancro del polmone (2,04 milioni di decessi), del colon (1,11 milioni) dello stomaco (935 mila), del seno (778 mila), dell’esofago (577 mila). Senza interventi, nel prossimo quarto di secolo, la crescita proseguirà e ci si aspetta che oltre la metà dei nuovi casi e i due terzi dei decessi si verificheranno nei Paesi a basso e medio reddito. “L’aumento del cancro nei Paesi a basso e medio reddito è un disastro imminente”, ha affermato la coautrice dello studio Meghnath Dhimal del Nepal Health Research Council. “Esistono interventi economicamente vantaggiosi per il cancro per i Paesi in qualunque fasi di sviluppo”.

I fattori di rischio potenzialmente modificabili

La disponibilità di sistemi sanitari in grado di garantire l’accesso a diagnosi tempestive e terapie efficaci è solo uno dei passi necessari. Altrettanto importanti sono interventi sui fattori che favoriscono la malattia. Lo studio mostra infatti che il 42% (4,3 milioni) dei 10,4 milioni di decessi per cancro del 2023 era attribuibile a 44 fattori di rischio potenzialmente modificabili. Il fattore di rischio con un maggior peso è il consumo di tabacco che ha contribuito per il 21% ai decessi per cancro a livello globale. Ci sono poi alimentazione scorretta, elevato consumo di alcol, rischi professionali, inquinamento atmosferico, obesità, rapporti sessuali non protetti. “Con 4 decessi per cancro su 10 legati a fattori di rischio noti ci sono enormi opportunità per i Paesi di agire, prevenendo casi di cancro e salvando vite umane”, ha affermato il coautore dello studio Theo Vos, dell’Institute for Health Metrics and Evaluation, dell’University of Washington.

Fonte: Il Sole 24 Ore