Turismo e ristorazione, la flat tax sulle mance arriva a 1.087 euro

Turismo e ristorazione, la flat tax sulle mance arriva a 1.087 euro

La flat tax sulle mance guadagna terreno. L’importo medio annuo detassato dai lavoratori del turismo e della ristorazione è salito da 943 a 1.087 euro. Lo rivela una elaborazione del Caf Acli per Il Sole 24 Ore del Lunedì su circa 1,3 milioni di modelli 730 presentati finora quest’anno e riferiti al 2024. Aumenta anche la diffusione dei beneficiari, arrivata allo 0,53%, dopo il debutto nelle dichiarazioni dell’anno scorso, quando il rigo che segnala i redditi soggetti all’imposta sostitutiva del 5% era stato compilato nello 0,33% dei modelli.

Come funziona la misura

La flat tax sulle mance è stata introdotta dalla manovra per il 2023 (legge 197/2022, articolo 1, commi 58-62). Poiché i chiarimenti sulla nuova misura sono stati forniti dalle Entrate ad agosto di due anni fa, quindi a estate inoltrata (circolare 26/E), si può dire che il 2024 sia stato il primo anno a pieno regime.

In pratica, gli importi delle mance ricevuti tramite il datore di lavoro dai dipendenti di alberghi, bar e ristorantisi considerano reddito di lavoro dipendente e – salvo rinuncia scritta del prestatore – sono soggetti a un prelievo sostitutivo del 5%, molto agevolato rispetto alla tassazione ordinaria. Sull’importo medio di 1.087 euro, significa versare 54 euro anziché, ad esempio, 425 (ipotizzando un lavoratore con un reddito di 30mila euro annui che paga Irpef e addizionali locali).

I requisiti per l’agevolazione

Ci sono comunque dei paletti. Le mance sono detassate entro il 30% del reddito percepito nell’anno dal lavoratore per le prestazioni nel comparto turistico (il limite era del 25% nel 2024 ed è stato innalzato dalla legge di Bilancio 2025) e la flat tax è riservata agli addetti con un reddito da lavoro dipendente fino a 75mila euro (era 50mila euro fino al 2024).

Fonte: Il Sole 24 Ore