Turismo, nel 2025 spesa diretta a circa 135 miliardi

Turismo, nel 2025 spesa diretta a circa 135 miliardi

«Abbiamo una spesa turistica diretta stimata di 135 miliardi e l’anno scorso era stata di 127 miliardi. Abbiamo l’11,3% in più di arrivi e il 3,5% di presenze» ha detto ieri Daniela Santanchè, ministro del Turismo durante l’inaugurazione del Ttg Travel Experience di Rimini, la più importante fiera B2B del settore in Italia, a cui partecipano 2.700 espositori e oltre mille buyer da tutto il mondo. «Quest’anno rispetto al 2024 abbiamo avuto milioni in più di italiani in vacanza e questo è un dato confortante – continua il ministro -. Non nego che la classe media, per quello che è stato fatto nel passato, stia soffrendo, tant’è che nella legge di Bilancio, come ha detto il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, cercheremo di attuare misure proprio sulla classe media».

Se il 2025 per molti operatori è considerato l’anno del consolidamento ora si guarda alla stagione 2026. «Il turismo deve essere trasversale. Dico no al turismo “mordi e fuggi”, un turismo che è predatorio – incalza il ministro tra gli applausi -. Il turismo ha un piano industriale strategico proiettato a 10 anni e dovrebbe essere la prima industria della nazione».

L’industria dell’ospitalità entro fine anno conterà su 3,2 milioni di posti di lavoro che tra 10 anni, secondo i dati presentati da Enit, diventeranno 3,7 milioni. Per quanto riguarda il contributo al Pil nel 2025 si arriverà a 237,4 miliardi per poi arrivare tra 10 anni a 282,6 miliardi mentre la spesa turistica a fine 2025 si attesterà a 185 miliardi di cui quasi un terzo arriverà dai turisti stranieri. Il loro contributo è destinato a crescere e nel 2035 sarà di 78 miliardi (+29%) mentre altri 142,5 miliardi dalla clientela italiana (+14,4%).

Secondo le previsioni di Demoskopica, quest’anno segnerà un trend positivo dei flussi complessivi con 146,3 milioni di arrivi (+4,7% sul 2024) e quasi 476,8 milioni di presenze (+2,3%). Una crescita trainata dagli arrivi dall’estero che secondo le proiezioni dovrebbero toccare i 82,3 milioni di arrivi (+11,3%) con 263 milioni di pernottamenti (+3,5%). La domanda interna invece arranca a causa dall’aumento dei costi di trasporto, ospitalità e ristorazione. Quest’ultima è una voce che esercita una forte attrattività sui turisti, soprattutto stranieri. Nel 2024 la spesa nei ristoranti nei quasi 3.300 comuni turistici ha superato i 23 miliardi, secondo il «Rapporto sul potere turistico della ristorazione» di Sociometrica presentato da Fipe- Confcommercio, con un valore aggiunto di 11 miliardi. Il report evidenzia il contributo decisivo degli ospiti stranieri che genera oltre il 67% del valore aggiunto. «La ristorazione valorizza le economie locali ed è un patrimonio, anche immateriale, che accompagna ogni esperienza turistica – sottolinea Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio – . È cultura e identità attraverso cui raccontare il Paese, le destinazioni e la nostra vocazione all’ospitalità. Per questo servono politiche che riconoscano il ruolo della ristorazione nel turismo secondo un approccio di filiera in grado di aumentare il potenziale della nostra offerta».

Fonte: Il Sole 24 Ore