Tutti i dubbi di Trump e Xi alla vigilia del faccia faccia
Xi Jinping sarà in Corea del Sud dal 30 ottobre al primo novembre, su invito del presidente sudcoreano Lee Jae-myung, per partecipare al vertice dell’Apec che si terrà a Gyeongju. La conferma delle autorità cinesi non riguarda in modo chiaro il colloquio – più volte annunciato e altrettante volte smentito – tra Xi e Donald Trump, ma è già un’apertura.
Dalla Casa Bianca sembrano non avere dubbi, il faccia a faccia si farà e come ha dichiarato, con la consueta enfasi, il presidente americano, «porterà a un accordo fantastico, equo per tutti, un grande accordo», sui dazi e il commercio internazionale, sulle terre rare, sui chip e la condivisione di tecnologia, sulla soia, sul fentanyl. Così come – almeno nelle aspirazioni di Trump – sulle sanzioni al petrolio della Russia di Vladimir Purin e su come fermare il conflitto in Ucraina.
Da parte cinese c’è più cautela. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Guo Jiakun, si è limitato a spiegare che Xi Jinping ha in agenda bilaterali con vari interlocutori. E a esplicita domanda sull’incontro tra i leader delle due maggiori potenze globali, ha sfoderato una risposta di circostanza: «Pechino e Washington – ha detto – sono in stretto contatto per quanto riguarda un incontro tra i due presidenti».
La volontà degli Stati Uniti è evidente, l’apertura della Cina c’è stata, ma tutto può ancora accadere da qui a giovedì prossimo. È nota la tendenza di Trump a inalberarsi quando deve incassare dei rifiuti. E la Cina di Xi ha ormai imparato tanto a rispondere, colpo su colpo, alle minacce americane, quanto a non lasciarsi blandire dalle lusinghe del tycoon.
Molto è cambiato rispetto al primo mandato di Trump alla casa Bianca. «In passato la Cina si era mostrata impreparata di fronte alle tattiche di pressione di Trump, ora Xi è preparato e sa come rispondere. Sa che Trump desidera un buon rapporto con lui e ha capito che Trump rispetta la forza, non le concessioni», dice Kurt Campbell , ex vicesegretario di Stato con Joe Biden e ora presidente della società di consulenza Asia Group.
Fonte: Il Sole 24 Ore