
Tuttofood al via a Milano: l’export agroalimentare cerca nuovi sbocchi oltre gli Usa
Con la scure del protezionismo a stelle e strisce che avanza, le istituzioni europee sembrano guardare con rinnovato interesse a Paesi – o blocchi di Paesi – alternativi con cui stringere accordi di libero scambio. Uno di questi è l’India. Che però, dice Cellie, non è detto sia un buon orizzonte per l’industria del food: «Gli indiani hanno una cultura alimentare molto diversa dalla nostra e gusti profondamente differenti, molto più speziati. In un ristorante giapponese, per intenderci, trovi alcune delicatezze all’italiana, in India no».
Più interessanti, secondo l’ad di Fiere di Parma, sono le prospettive offerte dal Mercosur, con il quale la Ue ha appena siglato un accordo di libero scambio che deve ancora essere ratificato. E che riscontra una decisa ostilità da parte del mondo agricolo. «Io credo invece che quello con il Mercosur sia un buon accordo anche per il comparto agroalimentare – dice Cellie – la classe media di questi Paesi è in crescita e ha gusti alimentari molto simili ai nostri. Inoltre, l’intesa tutela molti dei nostri prodotti a denominazione di origine, e questo è molto importante perché è in Sudamerica che si riscontra la maggior parte del fenomeno dell’Italian sounding».
Il più grande produttore mondiale di panettoni, per esempio, è la brasiliana Bauducco. Sempre in Brasile opera anche Sadia, il marchio o fondato dai Furlan, di origine veneta, che produce molti elaborati a base di pollo simili a quelli creati in Italia da Aia.
Dal punto di vista dei settori merceologici, invece, a crescere molto sui mercati esteri oggi sono i formaggi freschi, dalle burrate agli spalmabili, passando per il Gorgonzola, «ma anche per quanto riguarda la pasta continuiamo ad avere un vantaggio tecnologico enorme», aggiunge Cellie.
Attenzione però alla concorrenza, soprattutto quella di Paesi meno scontati: «Sui mercati esteri – dice l’ad di Fiere di Parma – la Germania e ancora di più l’Austria stanno andando forte non solo nei latticini, ma anche in categorie che non ti aspetti, come il bakery. Anche i Paesi balcanici sono competitor in crescita, grazie a una ottima tradizione manifatturiera e a materie prime a prezzi competitivi». Senza dimenticare i portoghesi: fanno prodotti simili ai nostri, di qualità, ma a prezzi più competitivi.
Fonte: Il Sole 24 Ore