Ucraina, Meloni cerca la sponda di Merz sul piano Trump per non dover scegliere tra Usa e Ue
La bozza del piano in 28 punti per la pace in Ucraina, fatta recapitare dagli Usa a Kiev, costringe Giorgia Meloni a una nuova prova di equilibrismo: sostenere Donald Trump senza se e senza ma oppure schierarsi con l’Ue che per bocca dell’Alta Rappresentante Kaja Callas ha subito espresso le sue perplessità sul mancato coinvolgimento di Ucraina ed Europa? Per uscire dall’impasse, la premier si affida all’asse con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. In una telefonata, oggi, i due leader hanno sottolineato l’importanza di «sostenere gli sforzi negoziali in corso» e ribadito «l’obiettivo finale di una pace giusta e duratura, nell’interesse dell’intera Europa».
I contatti con gli altri leader
La formula permette di non attaccare il presidente Usa e anzi di elogiare «il riferimento a solide garanzie di sicurezza, integrali al più ampio quadro della stabilità europea e transtlantica, in linea con quanto da tempo proposto dall’Italia». Altri elementi, aggiunge la nota di Palazzo Chigi, sono stati considerati meritevoli di ulteriore approfondimento.
I rumors di una controproposta targata Kiev, Uk, Francia e Germania
La premier continuerà i contatti con i principali omologhi interessati al dossier nelle prossime ore e domani, a margine del G20 di Johannesburg. Intranto, secondo fonti informate citate da Reuters, l’Ucraina insieme ai suoi principali alleati – Regno Unito, Francia e Germania – sta lavorando a una controproposta al piano di pace in 28 punti guidato dagli Stati Uniti. L’Italia sarà della partita?
Il monito di Crosetto
La strategia è comunque chiara: guardare al bicchiere mezzo pieno, glissando su ciò che nel piano a stelle e strisce non va. Più esplicito è stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che in collegamento con la Fondazione Iniziativa Europa a Stresa ha commentato: «Il tema è cosa ne pensa la nazione aggredita, quella che dovrebbe fare i sacrifici maggiori sulla base di questo piano, penso alla cessione di territori che sono stati difesi a costo di centinaia di migliaia di vittime in questi oltre tre anni di guerra. Non è tema di cui si può discutere dall’esterno, dovremmo parlarne con chi sta pagando quotidianamente il prezzo della guerra, quindi l’interlocuzione giusta è quella che coinvolge chi deve fare il maggior sacrificio». Insomma, con l’Ucraina.
Un passo per andare verso la tregua
Crosetto ha anche ricordato come Trump ci abbia abituato «alla sua capacità di lanciare il cuore oltre l’ostacolo, alle provocazioni da una parte all’altra. È stato molto duro nelle settimane scorse nei confronti della Russia. La bozza di pace, che è uscita informalmente, sembra in qualche modo troppo dura, invece nei confronti dell’Ucraina». Ma è una bozza, appunto. «Sono convinto che faccia parte tutto di una strategia per arrivare a una soluzione che in qualche modo accontenti tutti. Ciò che è chiaro è che gli Usa, come quasi tutti i Paesi europei e innanzitutto i cittadini e il Governo ucraino vorrebbero che questa guerra terminasse e si iniziasse a parlare di ricostruzione sia fisica che morale. Mi auguro che questo che non considero ancora un atto formale, sia un passo verso il tentativo di andare veramente a una tregua. Manca sempre la Russia, sono passati mesi dall’incontro storico fra Trump e Putin: siamo ancora a quel punto».
Fonte: Il Sole 24 Ore