Ue, Costa: sanzioni secondarie a chi acquista energia da Mosca. Il Cremlino: non ci faranno cambiare posizione
Ieri Donald Trump si è detto pronto a imporre nuove sanzioni alla Russia per l’invasione dell’Ucraina e il segretario al Tesoro Scott Bessent ha parlato esplicitamente di un rafforzamento delle pressioni su Mosca, finalizzato al crollo dell’economia russa come arma per costringere Putin al tavolo delle trattative.
Oggi anche l’Unione europea, per bocca del presidente del Consiglio Antonio Costa, si allinea con l’obiettivo di estendere le sanzioni verso la Russia. «Ora abbiamo tutto il necessario per essere pronti a dare le garanzie di sicurezza all’Ucraina quando ci sarà la pace. Per arrivarci, dobbiamo continuare a sostenere Kiev nella guerra e aumentare la pressione sulla Russia», ha detto Costa dalla Finlandia. «Non è facile. Dobbiamo combattere la flotta ombra e ridurre la capacità di Mosca di finanziare il conflitto, non solo aumentando le nostre sanzioni ma imponendo sanzioni secondarie ai Paesi che acquistano gas e petrolio da Mosca».
«Nei mesi scorsi abbiamo stabilizzato la relazioni con il nostro alleato più importante, gli Usa, sulla difesa, sul commercio e sull’Ucraina, dato che Washington ora è determinata a sostenere le garanzie di sicurezza necessarie ad avere una pace duratura. Dobbiamo aumentare pressione su Mosca e ci coordiniamo con gli Usa sui nostri sforzi per allineare le nostre misure, per far sì che Putin accetti di negoziare con Zelensky», ha proseguito Costa. «Stiamo lavorando al 19/o pacchetto sanzioni in stretta cooperazione con gli Stati Uniti».
Mosca, però, non indietreggia e per bocca del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ribadisce che «nessuna sanzione potrà costringere la Federazione Russa a cambiare la sua posizione coerente».
Intanto il presidente russo Vladimir Putin ha presentato alla Duma di Stato una proposta di legge per il ritiro dalla Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti. Il progetto di legge è stato pubblicato oggi nel database legislativo della Duma di Stato, come segnala Interfax. Già alla fine di agosto circolavano notizie di piani russi di ritiro dalla convenzione.
Fonte: Il Sole 24 Ore