
Ue, in arrivo a luglio una app per il controllo dell’età sui social
I tre pilastri
Il documento arriva a pochi giorni dal confronto tra i ministri competenti dei Ventisette, al Consiglio Ue telecomunicazioni che si riunirà il 6 giugno. Spagna, Francia e Grecia propongono misure concrete per affrontare i pericoli legati all’uso delle piattaforme online da parte dei minori, puntando su tre pilastri: verifica dell’età (con soluzioni integrate di verifica e software di controllo parentale per tutti i dispositivi con accesso a Internet), design adeguato all’età (per ridurre le architetture persuasive come «pop-up, personalizzazione del profilo, autoplay») e una maggiore età digitale comune per accedere ai social network a livello europeo.
«La modernità digitale ci ha fornito opportunità senza precedenti», affermano i tre Paesi riconoscendo i benefici di Internet ma denunciano anche «una nuova forma di squilibrio dannoso» ai danni dei più giovani. Le piattaforme, avvertono i tre ministri firmatari, «progettano ambienti che catturano l’attenzione degli utenti e aumentano l’esposizione a contenuti e design dannosi e spesso assuefacenti».
Il documento cita effetti negativi come «ansia, depressione e problemi di autostima» legati all’uso eccessivo dei dispositivi, che può anche «limitare lo sviluppo di capacità critiche e indebolire le relazioni umane».
Nonostante gli sforzi già compiuti dall’Ue, con strumenti come il Gdpr e il Digital Services Act (Dsa), secondo i promotori «molto resta da fare».
L’esperienza dei tre Paesi
La Grecia, viene ricordato nel documento, ha lanciato una Strategia nazionale contro la dipendenza da Internet dei minori, basata su tre assi: sensibilizzazione dei genitori, strumenti statali come “KidsWallet” e iniziative regolatorie. La Francia ha imposto ai siti con contenuti per adulti di utilizzare «meccanismi di verifica dell’età robusti e rispettosi della privacy». La Spagna, infine, ha presentato un disegno di legge che prevede «controlli parentali obbligatori e programmi di educazione digitale», oltre a un sistema di verifica dell’età.
Fonte: Il Sole 24 Ore