
Ue, nel 2024 esportati medicinali e prodotti farmaceutici per 313,4 miliardi di euro
Le importazioni
Germania (23 miliardi di euro), Belgio (21 miliardi di euro), Paesi Bassi (15 miliardi di euro) e Italia (14 miliardi di euro) sono stati i maggiori importatori di prodotti medicinali e farmaceutici da paesi al di fuori dell’UE, nel 2024. Nello stesso periodo la Slovenia (17%), il Belgio (12%) e Malta (11%) hanno registrato le quote più alte di prodotti medicinali e farmaceutici nelle loro importazioni totali extra-UE. L’Irlanda (49 miliardi di euro) e la Germania (45 miliardi di euro) hanno avuto le maggiori eccedenze commerciali extra-UE per i prodotti medicinali e farmaceutici nel 2024. Solo Romania, Slovacchia, Malta, Estonia e Repubblica Ceca avevano deficit commerciali.
Il quadro Italiano
Quanto all’Italia, i consuntivi 2024, come sottolineano da Farmindustria, «confermano il grande contributo alla crescita».
Nello specifico, l’Italia ha registrato un export per 53,8 miliardi di euro «pari a oltre il 90% della produzione, stimata a 56,1 miliardi di euro». L’Italia, rimarcano i rappresentanti di Farmindustria, viene considerato hub europeo per produzione «tra i principali paesi in termini di produzione farmaceutica e 7° mercato mondiale farmaceutico». Nel 2024 gli occupati sono stati 71 mila con una crescita di 1,5%, principalmente concentrata nelle funzioni di R&S e produzione (+3%). Gli altri dati parlano di «+21,2 mld € di saldo estero di farmaci e vaccini, primo settore per surplus». «Farmaci e vaccini – argomentano da Farmindustria – rappresentano il 18% del saldo estero complessivo dell’industria manifatturiera in Italia». Non è tutto. Tra gli altri dati ci sono +11,2 miliardi di euro di di saldo estero positivo del totale del settore. «La percentuale farmaceutica sul totale dell’export manifatturiero è passata da 3,5% nel 2004 a 9,1% nel 2024 – argomentano ancora -. Negli ultimi 5 anni l’export farmaceutico è cresciuto del 65% rispetto al 26% degli altri settori e ha determinato sostanzialmente il 100% della crescita della produzione farmaceutica». Inoltre, «negli ultimi 5 anni l’export dell’Italia è cresciuto più di quello negli altri Paesi europei (+65% rispetto a +57%)».
Lituania: il fragile equilibrio tra importazione e produzione di farmaci
Secondo gli ultimi dati ufficiali del Servizio di Controllo dei Medicinali lituano (SMCA), oltre il 90% dei medicinali distribuiti sul mercato nazionale è importato. Solo una quota marginale – inferiore al 10% – è prodotta localmente, principalmente da aziende come Valentis e Aconitum, attive nella produzione di integratori e farmaci generici. I principali paesi partner per l’importazione sono Germania, Polonia, Lettonia e, sempre più spesso, India, dove avviene la produzione fisica, mentre registrazione e serializzazione vengono gestite da titolari UE, inclusi operatori lituani. Questo sistema ibrido rende difficile classificare in modo netto l’origine di molti medicinali.
Le scelte di importazione non sono centralizzate dallo Stato ma dipendono dai titolari dell’AIC (autorizzazione all’immissione in commercio), che decidono in base a parametri economici e strutturali: prezzo di mercato, dimensione della popolazione, sistema di rimborso, costi logistici e disponibilità di alternative terapeutiche. Questo approccio, se da un lato garantisce flessibilità, espone però il mercato a rischi legati a interruzioni nella catena di fornitura.
Fonte: Il Sole 24 Ore