Ue, per von der Leyen discorso sullo Stato dell’Unione con la maggioranza lacerata

Ue, per von der Leyen discorso sullo Stato dell’Unione con la maggioranza lacerata

Sarà un Discorso sullo Stato dell’Unione più difficile del solito. Il rito annuale della presidente della Commissione di fronte al Parlamento europeo, per fare il punto dei risultati raggiunti e per annunciare nuove iniziative, quest’anno vede Ursula von der Leyen sulla graticola. Il discorso dovrebbe durare circa un’ora e, stando a quanto si apprende, anche se c’è stato meno tempo per prepararlo, vista l’estate impegnativa, la leader dell’Esecutivo Ue si presenterà con un buon spirito combattivo, pronta a difendere gli interessi e i valori dell’Unione.

Maggioranza lacerata

A poco meno di un anno dall’inizio del secondo mandato, nel dicembre 2024, la sua maggioranza è lacerata da continue accuse tra i socialisti e liberali, da una parte, che chiedono spazio per le proprie istanze, e il Partito popolare, dall’altra, che forte dei suoi numeri e dell’appoggio della stragrande maggioranza dei governi dei 27, detta la linea e non manca occasione di usare i voti dei Patrioti e di Ecr all’occorrenza. Questa volta von der Leyen, uscita indenne da una mozione di sfiducia a luglio presentata dalle destre con soli 360 voti di maggioranza, contro i 401 con cui si era insediata con 401, dovrà destreggiarsi per conquistare l’emiciclo. Anche se non ci sarà un voto sul suo programma, gli interventi dei gruppi saranno un termometro importante degli umori delle forze politiche. Sul rilancio della competitività europea, la semplificazione delle norme per le imprese, l’Unione dei capitali, tutti sono d’accordo ma a Strasburgo riecheggiano le parole di Mario Draghi di agosto, che ha sferzato a compiere le riforme contenute nel suo rapporto. Proprio l’ex presidente della Bce lunedì dovrebbe tornare a Bruxelles per fare il punto a distanza di un anno dal suo report. Sempre sulla competitività, altro focus sarà quello del Clean Industrial Deal, all’interno del quale sono attese nuove iniziative per rafforzare l’indipendenza tecnologica e digitale e creare nuovi posti di lavoro.

Il difficile rapporto con l’America

Il rapporto con gli Usa è il vero convitato di pietra nel dibattito: dopo l’accordo sui dazi raggiunto in Scozia, la leader europea è stata accusata di essere stata troppo blanda nei confronti dell’imprevedibile presidente Usa dall’altro lato dell’Oceano. I socialisti minacciano di mandare all’aria l’intesa, aprendo a uno scenario apocalittico, mentre la leader di Renew, Valérie Hayer fa notare che la Commissione ha negoziato con il mandato dei 27 Stati membri. Il Ppe richiama i socialisti alla responsabilità in un momento in cui si cerca di trovare una via d’uscita assieme agli Usa per il conflitto in Ucraina. Dal canto suo, von der Leyen in Aula difenderà l’intesa, sottolineando la bontà – il mantenimento dell’accesso al mercato Usa – ma anche la necessità di continuare a diversificare guardando ad altri Paesi (vedi l’accelerazione con l’accordo Mercosur, Messico, India, Indonesia, solo per citarne alcuni), data la volatilità che ormai contraddistingue il rapporto commerciale con Washington.

La questione Gaza

A scaldare gli animi ci sarà sicuramente la questione di Gaza, che von der Leyen non nomina da molto tempo. I suoi silenzi sono sempre più sotto accusa, assieme all’impotenza manifestata dall’Alta rappresentante Kaja Kallas che si fa scudo dietro le divisioni dei paesi Ue sul tema. Della difficile situazione non solo nella Striscia, ma anche in Cisgiordania, a quanto trapela, von der Leyen è ben consapevole e si esprimerà in modo dettagliato, anche se al momento non trapela nulla. Largo spazio anche al tema della difesa che, inevitabilmente, si incrocia con il conflitto in Ucraina. L’Europa è al lavoro sul 19esimo pacchetto di sanzioni, in coordinamento con gli Stati Uniti, interessati a colpire il settore dei combustibili fossili russi.

Fonte: Il Sole 24 Ore