
Una Guida di 80 pagine alla maturità 2025 e alle scelte post diploma
Se non è il ritorno completo alla normalità poco ci manca. Archiviati il Covid e il post-Covid, che avevano portato a una semplificazione delle regole e della struttura delle prove, la maturità 2025 (in calendario a partire da mercoledì 18 giugno) recupera il suo impianto originario che, per un motivo o per un altro, era rimasto finora sulla carta.
Pensiamo ai requisiti di ammissione che quest’anno registrano una doppia novità. La prima è che oltre ad aver frequentato il monte ore richiesto e avere la sufficienza in tutte le materie bisognerà aver partecipato sia ai test Invalsi di Italiano, Matematica e Inglese previsti per il cosiddetto “grado 13”, sia aver portato a termine i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), cioè l’ex alternanza scuola lavoro. La seconda è che per la condotta non basterà avere la sufficienza, ma servirà il sette. Con il semplice sei in comportamento bisognerà discutere, durante l’orale, un elaborato ad hoc in materia di cittadinanza solidale. Per il resto l’impianto (due scritti che valgono 20 punti l’uno, più un orale che ne vale altrettanti e il credito scolastico che assegna gli altri 40 che portano il voto massimo finale a 100, una commissione mista con tre membri interni e tre esterni oltre il presidente) resta lo stesso del 2024. Anche nella parte relativa al curriculum dello studente allegato al diploma che – purtroppo – neanche quest’anno vedrà emergere in chiaro i risultati dei test Invalsi.
Il vademecum per i maturandi
Per aiutare i 500mila maturandi ad affrontare al meglio una tappa fondamentale per la loro crescita mercoledì 28 maggio sarà in edicola con Il Sole 24 Ore una Guida di 80 pagine con una serie di consigli sulle varie prove che compongono l’esame provenienti dalla voce (e dalla penna) di esperti e docenti. Con l’occasione spalanchiamo anche una prima finestra sulle scelte post diploma, che verrà poi completata dalla pubblicazione (il 12 giugno) della tradizionale Guida all’Università. Nella consapevolezza che l’esame resta uno spartiacque e che il difficile spesso viene dopo. Quando c’è da decidere se lavorare o proseguire gli studi in un ateneo, in un Its o in una istituzione Afam. Oppure provare a conciliare studio e lavoro.
E dopo il diploma?
Lo facciamo perché, nonostante i 250 milioni stanziati dal Pnrr per orientare da qui al 2026 un milione di studenti e studentesse delle superiori (500 mila dei quali già raggiunti dai corsi organizzati in tandem dalle scuole e dagli atenei), oltre il 70% dei diplomati sceglie il corso al quale iscriversi successivamente solo l’ultimo anno. E più di tre su dieci (il 36%) addirittura a maturità finita. A dirlo è una rilevazione del consorzio universitario Cisia, che ha coinvolto 4.363 intervistati e che è stata presentata il 3 aprile a Roma nella sede della Crui insieme ai risultati di 340mila Tolc (i test online per l’accesso all’università usati in 62 atenei statali). In quell’occasione è stato sottolineato come i maggiori influencer restino la famiglia e gli amici. A quanto pare si fa fatica a superare il passaparola. Tant’è vero che anche i docenti contano, ma non allo stesso modo: i prof delle materie scientifiche hanno un ascendente maggiore rispetto ai loro colleghi di lettere.
Fonte: Il Sole 24 Ore