
Una società consortile per lo sviluppo e la sostenibilità della sanità cattolica
Una società consortile per aiutare le realtà della sanità cattolica a sviluppare collaborazioni, progetti ed economie di scala, per realizzare un’alleanza capace non solo di concretizzare sostenibilità economica ma anche di affermare l’etica della cura della persona e delle fragilità. La denominazione della società consortile – presentata ieri a Roma presso Palazzo San Callisto, alla presenza del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin – è «Sette pani», in memoria e sul modello del miracolo evangelico perché la condivisione dei beni e delle risorse non diventa consumo ma moltiplicazione.
L’origine dell’iniziativa
L’iniziativa della società consortile nasce da una Commissione pontificia istituita dieci anni fa per volontà del Papaper trovare rimedi rispetto alla (s)vendita di strutture sanitarie cattoliche per le difficoltà finanziarie. Secondo un censimento 2021 condotto dall’Università Cattolica, in Italia ci sono oltre 350 strutture sanitarie cattoliche che occupano più di 50mila dipendenti, offrono oltre 10.800 posti letto (il 5,2% delle attività di ricovero) e rappresentano l’11,5% dei servizi di riabilitazione. Molte di queste realtà, di medie e piccole dimensioni, devono trovare strumenti per essere sostenibili dal punto di vista economico e gestionale. In un contesto caratterizzato, da un lato, dal diminuire delle vocazioni religiose, dall’altro, dall’aumento dell’età della popolazione.
«Ciò che più rattrista – ha detto Parolin – è il dover assistere impotente alla venale monetizzazione del secolare impegno di evangelizzazione e carità della Chiesa, confluiti in opere spesso realizzate con l’evangelico “obolo della vedova”. Questo grido d’allarme – ha concluso il cardinale – non rappresenta solo una preoccupazione della Chiesa ma tocca un nodo cruciale del sistema sanitario nazionale per la progressiva perdita di strutture che hanno storicamente garantito standard elevati di cura, spesso in territori dove il servizio pubblico fatica a essere presente».
I principi ispiratori
La società Sette pani si propone di diventare «un motore per lo sviluppo delle realtà sanitarie, un luogo di solidarietà e di mutuo soccorso», ha detto don Marco Belladelli, coordinatore della Pontificia commissione. I principi della società consortile sono: mutualità (superare la logica competitiva e abbracciare forme collaborative di sviluppo); autonomia (rispetto dell’autonomia giuridica e carismatica di ciascun ente); economia sociale (valorizzare la sanità cattolica nell’economia sociale, la gratuità e l’impatto sociale e occupazionale che sono mal misurati con l’approccio economicistico); sistema (mantenere le specificità ma superare individualismi e resistenze che spesso hanno limitato le potenzialità del settore).
La costituzione della società consortile potrà sviluppare, nella trasparenza, la promozione verso i tanti stakeholder che guardano con attenzione ai valori del sistema sanitario cattolico e – come ha sottolineato l’avvocato Gabriele Sepio – attenzione verrà riservata all’individuazione di strumenti finanziari e di natura filantropica adeguati a supportare le realtà sanitarie.
Fonte: Il Sole 24 Ore