Unaprol accusa: veto della Spagna sull’olio extravergine di coratina made in Italy

Unaprol accusa: veto della Spagna sull’olio extravergine di coratina made in Italy

All’apparenza sembra solo una questione molto tecnica, ma dietro si nasconderebbe il tentativo della Spagna, primo produttore mondiale di olio d’oliva, di mettere i bastoni tra le ruote a una delle produzioni d’eccellenza del made in Italy oleario, quella di extravergine di coratina. Per questo Unaprol, il Consorzio olivicolo italiano, ha scritto un appello al ministero dell’Agricoltura, chiedendo l’intervento del governo sul Coi, il Consiglio oleicolo internazionale.

Il cuore del problema è un parametro tecnico: il Coi ha deciso di non aggiornare il valore minimo di steroli totali che devono essere contenuti nell’olio extravergine d’oliva, e che oggi è di 1000 mg/kg. L’olio di coratina invece, pur essendo di altissima qualità e tra i più apprezzati per le sue caratteristiche organolettiche, a causa dei cambiamenti climatici presenta valori di steroli inferiori. Come previsto dalle procedure internazionali, l’Italia ha fornito per tre anni prove scientifiche che dimostrano chiaramente la problematica e ha richiesto una deroga specifica per la coratina, una misura peraltro già concessa ad altre varietà sia italiane che estere, come per esempio la nocellara e la greca Koroneiki.

Mossa politica e commerciale

«Il veto spagnolo al Coi – sostiene David Granieri, presidente di Unaprol – non è un semplice disaccordo tecnico, è una chiara mossa politica e commerciale studiata per colpire il principale concorrente della Spagna, cioè l’Italia». Senza la deroga, una parte significativa della nostra produzione nazionale sarà penalizzata. «È inaccettabile – prosegue Granieri – che una delle nostre cultivar più rappresentative, un’eccellenza del made in Italy, venga messa in ginocchio da un ostacolo fintamente tecnico-burocratico. Il mancato inserimento della coratina tra le cultivar in deroga causerà danni ingenti alla nostra economia agricola-olivicola, proprio in un momento in cui l’Italia, con il decreto Coltiva Italia, ha deciso di investire 300 milioni di euro nel settore con l’obiettivo di aumentarne la produzione».

Fonte: Il Sole 24 Ore