
UniCredit apripista sull’inclusione delle disabilità invisibili
Ci sono Carolina Di Prospero e Simone Sfriso che rappresentano il team IGhost, di cui fa parte chi ha disabilità invisibili. Angelo Abeni per i Beethoven, il gruppo di chi ha disabilità legate all’udito. Michela De March, per il gruppo Oltre lo sguardo che è la testimone degli ipovedenti. Pamela Novaglio rappresenta invece i SuperAbili coloro che hanno una disabilità fisica. Sono cinque bancari del gruppo UniCredit, cinque storie che sono diventate cinque gruppi nell’ambito del Disability manager & employee networks della banca guidata da Andrea Orcel che ha fatto da apripista nel settore sul tema dell’inclusione di tutte le disabilità e di tutti i talenti, fin da quando nel 2018 ha scelto di nominare un Disability manager.
Il piano sull’accessibilità dei servizi
Un impegno che fa parte della Carta etica della banca, presentata ieri, e che «due anni fa – ci racconta l’head of coo Italy e head of P&C Italy, Ilaria Dalla Riva – ha portato a lanciare il programma Rendere visibile l’invisibile nell’ambito del progetto del Talento diffuso dove ognuno è un talento, ognuno è un’esperienza e ognuno può fare la differenza». E un impegno che ha un risvolto evidente anche sul business con il piano per rendere accessibile a tutti i servizi. Ieri nella sala molto gremita dell’UniCredit Tower Hall, con tutta la rete collegata da remoto, Remo Taricani, Deputy Head of Italy, ha ricordato che «negli ultimi tre anni quello che UniCredit ha fatto sul business è sotto gli occhi di tutti gli stakeholder e dei mercati. Ma che cosa ha determinato uno scatto in avanti così forte? La strategia di crescita basata sulle nostre persone. Uso delle tecnologie, dell’Ai e dei canali digitali sono al centro di una visione che sta portando a disintermediare la dimensione umana. Noi abbiamo preso una strada diversa, abbiamo aumentato le persone che parlano con la clientela, abbiamo investito sulla formazione a 360° e sul welfare per valorizzare il nostro talento diffuso che è il titolo di un progetto nato per valorizzare le differenze. Siamo stati i primi a nominare un disability manager e a fare progredire l’organizzazione per migliorare la gestione delle disabilità invisibili perché ognuno possa dare il meglio di se stesso e contribuire allo sviluppo di una realtà che ha 7,5 milioni di clienti, la rete di Atm più diffusa nel Paese e un’app utilizzata da 5 milioni di utenti. In tutti i casi abbiamo lavorato per includere tutti e garantire a tutti l’accesso e i servizi. Anche alla rete fisica dove abbiamo un progetto che porterà a fare si che il 93% dei punti fisici sia in grado di accogliere tutte le disabilità». L’esempio più forte di questo progetto è quanto avvenuto a Capri dove la banca ha spostato la filiale che si affacciava sulla prestigiosa piazzetta ma che era caratterizzata da una scalinata di ingresso che ne limitava l’accessibilità, per spostarsi in una sede poco distante, «garantendo una maggiore inclusione della clientela su cui abbiamo riscontrato anche l’apprezzamento della comunità e del territorio».
Il progetto
Il progetto Rendere visibile l’invisibile è stato pionieristico e ha avuto «una partecipazione altissima – dice Dalla Riva -. Sono 13mila i colleghi che hanno fruito dei 12 webinar che abbiamo organizzato per aumentare la conoscenza soprattutto sul tema della disabilità invisibili più diffuse, come la depressione, l’autismo, la demenza e l’Alzheimer, le dipendenze, l’ansia, la fibromialgia, la longevità, la nutrizione, la senologia. Negli incontri sono stati coinvolti a testimoniare direttamente anche i colleghi e questo ha portato a fare emergere casi in passato rimasti sottotraccia. Dal 2022 abbiamo avuto 165 nuove dichiarazioni di disabilità e abbiamo aiutato i colleghi ad acquisire consapevolezza dei loro diritti e di quanto previsto anche dalla contrattazione e dalla nostra polizza medica». Nel gruppo ci sono 400 bancari che sono stati ascoltati e di questi 150 sono supportati attivamente dal Disability manager, dal 2022 250 neoassunti e loro manager sono stati formati sull’antifragilità e sono stati assunti 104 colleghi con disabilità.
La collaborazione
I numeri sono stati presentati insieme al fondatore di PizzAut, Nico Acampora che ha portato la sua testimonianza, non solo a parole, ma anche nella pratica. Nella Hall c’erano infatti i suoi ragazzi a preparare il pranzo per tutti in una giornata di festosa inclusione a cui hanno partecipato anche il presidente della Federazione Italiana Vela, Francesco Ettorre, e la marketing communications and innovation director di Mindwork Chiara Bacilieri, oltre al trio dei Terconauti e a numerosi manager della banca, da Annalisa Areni, a Claudia Chiaraluce, a Carlotta Maniezzo a rappresentare la sensibilizzazione sul progetto tra tutta la comunità dei lavoratori.
Fonte: Il Sole 24 Ore