
Unicredit, : inviata lettera Ue a Italia, obblighi su offerta Banco Bpm violano regole
«L’Unione Europea si occupa di ciò di cui si deve occupare e questa è materia di competenza anche dell’Unione Europea» ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, interrogato – a margine di un evento Enel Foundation – sul golden power contestato da Unicredit e sulle dichiarazioni del leader della Lega Matteo Salvini. Quanto all’eventualità di riscrittura del Dpcm dopo la sentenza del Tar, Tajani ha aggiunto: «Si vedrà tutto quanto. Sapete qual è la mia posizione. Se ne occupa il ministro Giorgetti».
L’attacco delle opposizioni
Dai banchi dell’opposizione sono partiti i primi commenti. «Il combinato disposto del pronunciamento del Tar del Lazio e della lettera della Commissione europea rappresenta una bocciatura netta e inequivocabile dell’azione del governo sul caso UniCredit-Bpm. Una sconfitta su tutta la linea, in particolare per il ministro Giorgetti, che aveva voluto e difeso un intervento che si è rivelato, come avevamo denunciato fin dall’inizio, illegittimo, ingiustificato e del tutto sproporzionato» ha dichiara in una nota Antonio Misiani, responsabile economico del Partito democratico, concludendo: «Il governo farebbe bene a prendere atto della realtà e a ritirare il golden power. Quello che è accaduto certifica il fallimento dell’attivismo del tutto improprio con cui l’esecutivo è intervenuto nel risiko bancario italiano, senza una visione strategica, ma solo per logiche di potere. È ora di cambiare strada: si fermi questa deriva, si torni alla serietà delle regole e al rispetto dell’ordinamento europeo».
«L’Italia ha applicato il golden power contro una banca italiana, Unicredit, aiutando una banca francese. Il problema non è l’Europa che boccia l’Italia. Il problema è il Governo che non rispetta il mercato» sottolinea la senatrice Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia Viva, mentre il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova osserva: «Oggi, alla sentenza del TAR di sabato, si aggiunge la lettera della Commissione europea. Come avevamo previsto sin da novembre scorso, la scelta di Meloni e Giorgetti di mettere il golden power sulla scalata di UniCredit a Bpm si è rivelata non solo illogica, sbagliata e dannosa per l’Italia, ma anche in violazione delle norme italiane ed europee. Meloni e Giorgetti – aggiunge – abbandonino la velleità di fare i banchieri utilizzando strumentalmente il Golden power per finalità politiche, non trascinino il Paese in uno scontro perdente con l’Unione europea e limitino i danni, per il governo e per l’Italia, ritirando subito il golden power e lasciando che il riassetto del settore bancario segua logiche di mercato».
La mossa del Crèdit Agricole
Sul fronte francese, intanto, si è mosso Crèdit Agricole, che ha annunciato l’intenzione di richiedere l’autorizzazione della Banca Centrale Europea per superare la soglia del 20% del capitale di Banco Bpm. Il gruppo francese, che attualmente si trova al 19,8% della banca italiana, specifica che il cda ha approvato la richiesta di autorizzazione alla Bce con l’obiettivo di rafforzare il proprio investimento ma senza voler «acquisire né esercitare il controllo su Banco Bpm», mantenendo la propria partecipazione al di sotto della soglia di Opa obbligatoria.
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Fonte: Il Sole 24 Ore