UniCredit, Unipol e Generali, la seconda ondata dell’M&A

UniCredit, Unipol e Generali, la seconda ondata dell’M&A

La chiusura della partita Mediobanca non segnerà la fine del risiko bancario in Italia, tutt’altro. Lo ha detto chiaramente, nei giorni scorsi, l’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio: «Le dimensioni non sono più un’opzione, ma una necessità per restare competitivi. Basta confrontare le principali banche europee con quelle statunitensi per cogliere la differenza in termini di scala e capacità di investimento». Una seconda fase, ha aggiunto il banchiere, «può scattare nei prossimi anni» e il Monte sarà «uno dei protagonisti». Ma non certo l’unico.

Credito e polizze

I dossier sul tavolo sono parecchi in un intreccio, peraltro, che chiama in causa non solo il mondo del credito ma anche quello delle polizze. Generali, come comunicato dalla compagnia stessa, proseguirà le trattative con Natixis per creare un campione nell’asset management fino a dicembre ma se i colloqui non dovessero andare a buon fine, e sono in molti ormai a pensare che l’esito possa essere questo, tornerà su piazza. E, come riferito da questo giornale il 28 settembre scorso, l’idea di agganciare una grande banca italiana potrebbe essere tra le opzioni più plausibili.

Così, se Intesa Sanpaolo sembra muoversi con prudenza e senza un dichiarato interesse per le operazioni di M&A, UniCredit sta indubbiamente vagliando tutte le strade possibili sia in Italia che all’estero. Ha recentemente ridotto la partecipazione nel capitale di Trieste attorno al 2% ma la primavera scorsa all’assemblea delle Generali si era schierata a favore di un cambio di passo criticando pesantemente l’accordo con i francesi di Natixis.

Una presa di posizione che non rappresentava una candidatura a sostituire i transalpini nella partnership nell’asset management ma di certo non escludeva potenziali ambiti di collaborazione tra l’istituto e la compagnia assicurativa anche tenuto conto della futura scadenza dell’asse con Allianz che termina nel 2027, e dunque tornerà sul tavolo nel 2026.

Fonte: Il Sole 24 Ore