“Usuraio” anche l’incaricato all’incasso – Il Sole 24 ORE

“Usuraio” anche l’incaricato all’incasso – Il Sole 24 ORE

Anche l’incaricato all’incasso dell’usuraio risponde di usura e non del più “mite” favoreggiamento reale. Lo stabilisce la seconda sezione penale della Corte di cassazione (sentenza 1071/2025) rigettando il ricorso dell’esattore. Per la difesa, invece, l’imputato non aveva concorso nell’usura non avendo partecipato alla pattuizione e, tra l’altro, non aveva neppure portato a termine il compito di riscuotere del denaro, affidatogli dal padre.

L’usura, secondo i difensori, si era consumata solo tra le parti contraenti mediante la pattuizione, rimanendo estranei le condotte successive di terzi. La Corte, però, rigetta il ricorso e spiega: l’usura è reato a consumazione prolungata e si concretizza sia nella sola pattuizione degli interessi sia nell’effettiva riscossione degli stessi in una o più soluzioni. Il pagamento, quindi, è parte integrante del reato e prolunga la durata dell’usura. Per questo chi, come il ricorrente, avvicina la vittima esigendo un pagamento dopo che altri lo hanno ottenuto, a prescindere dalla riuscita, concorre alla consumazione del reato di usura. In altre parole, chi si inserisce in una sequela di riscossioni – anche non portando a termine quella che gli viene affidata – è imputabile in concorso. Le precedenti riscossioni di denaro, infatti, qualificano la condotta come reato in corso di progressiva consumazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore