Vaccino Johnson & Johnson: slitta il lancio in Europa dopo lo stop Usa per il rischio di rare trombosi

Stop immediato al vaccino di Johnson & Johnson negli Stati Uniti. Le autorità sanitarie americane hanno raccomandato la sospensione totale e senza indugi dell’utilizzo del vaccino di J&J contro il coronavirus, citando il rischio che possa causare una “rara e severa” forma di trombosi. Ad oggi sei donne sono state colpite in America da simili reazioni al vaccino e una paziente è morta.

L’azienda ha comunicato che, in accordo con le autorità Ue, ha anche deciso di rinviare le consegne in Europa in chiave precauzionale. Proprio oggi è previsto l’arrivo di 184mila dosi in Italia.

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L’annuncio delle autorità americane

La decisione è stata annunciata con un comunicato congiunto dalle due agenzie competenti, la Food and Drug Administration, che ha la supervisione dei farmaci, e il Center for Disease Control and Prevention, il Centro per controllo e prevenzione delle malattie infettive. Conferenze stampa e riunioni d’emergenza delle commissioni delle due authority sono previste nelle prossime ore e giorni. Il Cdc ha annunciato in particolare una riunione per mercoledì del suo Comitato di consulenza sulle pratiche di immunizzazione per esaminare i casi riportati e la Fda a sua volta indagherà sulle cause delle reazioni.

Eventi estremamente rari

Nel comunicato, i due organismi indicano che gli “eventi negativi” appaiono “al momento estremamente rari” ma che “la sicurezza dei vaccini è una priorità del governo federale”. La “pausa” viene raccomandata quale “misura di precauzione”. Cdc e Fda avvertono che “persone che hanno ricevuto il vaccino J&J e sviluppano forti emicranie, dolori addominali, dolori alle gambe, o difficoltà a respirare entro tre settimane dalla vaccinazione devono contattare i loro medici”. Il trattamento di questo tipo di trombosi, la cerebral venous sinus thrombosis (CVST), viene oltretutto definito come diverso da “trattamenti tipici”.

Le sei donne finora colpite da trombosi sono tra i 18 e 48 anni di età e hanno sviluppato la reazione tra i sei e i 13 giorni dall’inoculazione; oltre ad un decesso, una seconda paziente è ricoverata in gravi condizioni. Il sospetto, stando agli esperti, e’ che il vaccino possa scatenare la trombosi quale eccessiva risposta immunitaria.

Fonte: Il Sole 24 Ore