
Valastro (Cri): pronti ad aiutare gli ostaggi di Hamas e il popolo palestinese che muore di fame
«Si porta aiuto a chi più ha bisogno in quel determinato momento: questi sono da sempre i canoni-guida della Croce Rossa e, come sempre, manifestiamo la nostra disponibilità a entrambe le parti in conflitto. Dal 2 marzo ci viene impedito di svolgere il nostro ruolo ma siamo pronti a ripartire con la consegna degli aiuti alla popolazione civile, anche nell’ambito dell’iniziativa Food For Gaza su cui il vicepresidente del Consiglio Tajani è sempre attivo. La nostra consorella Mezzaluna Rossa Palestinese è operativa anche se ha già perso cinquantatrè soccorritori mentre nel solo mese di giugno l’ospedale da campo del Comitato internazionale della Croce Rossa ha accolto un numero di feriti pari all’intero 2024. La maggior parte di queste persone ha riferito di essere stata attaccata mentre cercava cibo». Così Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana, prova ad aprire uno spiraglio nel labirinto nero della guerra a Gaza seguita all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Quindi sareste disponibili, se Hamas dovesse coinvolgervi sul fronte degli ostaggi israeliani?
Magari accadesse. Sono certo che il Comitato internazionale di Croce Rossa non abbia mai cessato i contatti con Hamas per cercare di incontrare gli ostaggi e anche in questa sede, pur non illudendomi che Hamas ascolti il mio appello, ribadisco che da parte nostra c’è totale disponibilità a verificare le condizioni dei rapiti, a portare viveri e medicinali e a metterli in contatto tramite appositi messaggi con le famiglie. Parliamo di diritti fondamentali, che anche ai prigionieri di guerra sono riconosciuti. Se Hamas riuscisse a far accedere il Comitato internazionale, la Croce Rossa sarebbe pronta ad andare. Del resto, nei mesi scorsi in occasione del rilascio di parte degli ostaggi, o purtroppo dei loro cadaveri, proprio il nostro Comitato internazionale è stato l’unica entità in cui tutti avevano fiducia. Questo in forza della neutralità che è la nostra chiave per portare ovunque umanità. E le assicuro che essere neutrali non è facile.
Perché?
Per loro natura uomini e donne si schierano. Il che è anche un bene: chi non si schiera, Dante lo mette tra gli Ignavi… Ma la Croce Rossa nasce neutrale proprio per poter parlare con tutti. In Hamas servirebbe uno sforzo ulteriore di fiducia. Dall’altra parte, consentirci di visitare gli ostaggi potrebbe agevolare un’apertura del governo israeliano sugli aiuti ai civili nella Striscia. L’alternativa è che entrambe le parti continuino ad alzare la posta, sulla pelle dei più vulnerabili.
Che muoiono di fame
Esattamente. Abbiamo visto tutti con orrore foto e video degli ostaggi mentre la Mezzaluna Rossa Palestinese ci riferisce quotidianamente – e non abbiamo motivo di dubitarne – di persone uccise in coda per il cibo. Molte famiglie hanno perso i figli per fame o denutriti e tanti bambini sono rimasti orfani. Tragedie illuminate solo dall’esperienza straordinariamente generosa delle madri che adottano piccoli rimasti soli. Stiamo assistendo, da una parte e dall’altra, a una consapevole violazione del diritto umanitario internazionale e questo è inaccettabile. La verità in una zona di conflitto è sempre la prima vittima ma stiamo toccando il punto più basso nella storia e non possiamo assuefarci: mandare in cantina il diritto internazionale umanitario che dalle Convenzioni di Ginevra del 22 agosto 1864 tutela vite, significa avallare l’aumento indiscriminato di morti e sofferenze, calpestando la dignità delle persone. Inclusi soccorritori e volontari, anche questo in aperta violazione delle regole sui conflitti.
In tutto questo siamo in attesa dell’ingresso dello Stato di Israele a Gaza. La popolazione civile che prospettive può avere?
Parliamo di centinaia di migliaia di persone costrette a sfollare da un’area all’altra di un paese: sono molto preoccupato perché il dolore non potrà che aumentare. La migrazione forzata senza cibo, acqua e farmaci può solo aggravare la situazione ed è per questo che, al netto di piani di tutela dei civili che ignoriamo, rilanciamo la disponibilità a portare aiuti per limitare i danni. Anche quando c’è una guerra, la sofferenza va ridotta al minimo. Lo prescrive il diritto umanitario internazionale, che va applicato.
Fonte: Il Sole 24 Ore