
Valente Spa verso i 15 milioni di fatturato
Le origini risalgono a Babilonia, prima ancora dei giardini pensili di Nabucodonosor. L’arte di scavare sottoterra per chilometri inizia nel 2200 avanti Cristo per esigenze regali, quando il sovrano espresse il desiderio di collegare il palazzo reale al tempio di Bel, tramite un cunicolo invisibile nel ventre della terra.
Erano gli albori del tunnelling, la costruzione di gallerie sotterranee funzionali a grandi infrastrutture di trasporto, come ferrovie, metropolitane, collegamenti sottomarini. In Italia il mercato è modesto (siamo sui 100 milioni di euro), ma nel mondo supera i 100 miliardi di dollari, con la prospettiva di raddoppiare il suo valore da qui al 2033. Per questo le poche – e spesso piccole – aziende specializzate che se ne occupano ricevono commesse da ogni continente, Europa compresa che, con il Pnrr, ha destinato 211 miliardi di dollari al settore dei trasporti, con una parte significativa per progetti ferroviari e stradali, inclusi quelli che coinvolgono il tunnelling.
C’era una volta un napoletano a Milano
Tra le aziende italiane più attive nel settore c’è Valente Spa, con sede a Lainate, alle porte di Milano: più di cent’anni di una storia che inizia nel capoluogo lombardo nel 1919, per mano dell’imprenditore napoletano che le dà il nome, Vincenzo Valente. Se l’attività di punta è diventata negli ultimi anni la costruzione di rotaie per la logistica dei porti e l’economia del mare, realizzare macchinari per lavori in galleria o sistemi di collegamento e trasporto per la costruzione di tunnel è qualcosa di cui l’azienda si occupa da sempre: tunnelling e mining sono entrati subito nel core-business aziendale.
In ambito gallerie, Valente produce vagoni e sistemi di trasporto speciali su rotaia per consentire gli spostamenti di uomini e mezzi. «Una nicchia, sì, ma di interesse planetario», la definisce Alberto Menoncello, presidente di Valente Spa, che ha rilevato l’azienda negli anni Novanta, quando era in crisi nera, sovvertendone il destino. Una Pmi che ha raggiunto 11 milioni di euro di fatturato nel 2024, con una quota di esportazione compresa tra il 30% e il 40%. Le previsioni a fine anno sono di raggiungere i 15 milioni di euro (+36%). «Nell’ultimo anno», aggiunge il Ceo, «abbiamo lavorato in 45 Paesi del mondo e abbiamo all’attivo esperienze importanti».
Tra il tunnel della Manica e la Tav
Tra queste, la partecipazione ai lavori di realizzazione del tunnel della Manica, tra Francia e Inghilterra, dove vagoni e sistemi di trasporto su binari sono targati Valente. O i lavori in sotterraneo per la Tav, Torino-Lione, tranche italiana, con la fornitura di componenti speciali per i binari del sistema di miniera. «Spesso non ci chiediamo», racconta Menoncello, «come viene scavata una metropolitana. La talpa, ovvero la Tbmm, macchina fresatrice a piena sezione, scavando rimuove la terra o la roccia in base al terreno che attraversa. Questo materiale di scavo deve essere portato fuori dal tunnel, questo è possibile grazie ai binari che installiamo e ai nostri vagoni. Man mano le pareti scavate devono essere consolidate con il cemento armato o altri conglomerati. Sempre grazie ai nostri binari facciamo entrare nelle gallerie betoniere speciali appoggiate in orizzontale sui nostri vagoni in modo da potere effettuare la gittata in loco. I nostri binari e vagoni servono anche a far entrare e uscire dalla galleria tutti quelli che ci lavorano».
Fonte: Il Sole 24 Ore