Variante Delta, è nuovo allarme globale per pandemia e rischio non vaccinati

Cresce l’allarme globale per il Covid. La variante Delta, più contagiosa e grave, allunga ombre sempre più fitte dagli Stati Uniti all’Europa, da Israele all’Australia. Un contagio che scatena nuove emergenze di salute pubblica e mette sotto pressione i sistemi ospedalieri, nelle regioni più povere ancora con inadeguato accesso a vaccini, prevenzione e cure come tra i Paesi più sviluppati e le loro economie in ripresa.

Sono 658mila i casi giornalieri nel mondo, 151mila negli Usa

Le cifre danno la misura della recrudescenza e dell’impatto dei vaccini. I nuovi casi medi quotidiani su scala mondiale nell’ultima settimana hanno raggiunto i 658mila, in aumento ancora del 3% sui 14 giorni, e i decessi superano i diecimila, saliti del 2 per cento. Una delle impennate maggiori da luglio a oggi è negli Stati Uniti: più di 151mila casi al giorno, un aumento medio del 28%, pari a 46 ogni centomila abitanti contro i 18 in Europa. I decessi superano i mille al giorno, in aumento dell’84 per cento. I ricoveri sfiorano l’80% dei picchi invernali. E l’incidenza delle infezioni sui bambini desta particolare preoccupazione: nell’ultima settimana sono state ben 180mila, vicino ai picchi peggiori della pandemia. Anche se, come ripete quasi quotidianamente il Presidente Joe Biden sperando di incoraggiare la prevenzione, questa ora è «una pandemia dei non vaccinati»: il Cdc, il Centro per il controllo e la prevenzione del virus, ricorda che negli Usa, dati parziali al primo scorcio di agosto, il 99,99% delle persone vaccinate completamente non ha avuto casi finiti in ospedalizzazione o morte.

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Israele, «paziente-zero» della Delta

Il paziente-zero per la nuova crisi è stato forse Israele che ha visto di recente salire le infezioni quotidiane a circa 10mila al giorno. Il successo della sua iniziale campagna di vaccinazione – è stato il primo Paese a inoculare del tutto la maggioranza della popolazione – si è scontrato con una combinazione di rapide riaperture, cali di protezione del vaccino dopo forse sei mesi e l’avvento della variante Delta. Adesso è tra i primissimi Paesi a offrire dosi booster del vaccino, riportando almeno iniziali risultati efficaci.

L’America in affanno

Ma è la nuova crisi statunitense a essere diventata forse la più emblematica dei rischi tuttora presenti. Oltre 90mila pazienti sono ricoverati per Covid su scala nazionale, un numero secondo solo a quello del picco dello scorso inverno. Almeno cinque Stati americani hanno ormai esaurito i posti nei reparti di terapia intensiva. «Se riusciamo a passare l’inverno e a vaccinare la grande maggioranza della popolazione non vaccinata, spero potremo avere un buon controllo della situazione entro la primavera del 2022», ha dichiarato con cautela l’epidemiologo Anthony Fauci, consigliere di Biden. I più recenti studi del Centro federale per le malattie confermano l’epidemia concentrata tra i non vaccinati quando si tratta di malattia acuta: la probabilità di ingresso in ospedale è di 29 volte superiore. Tra giugno e luglio, inoltre, i ricoveri dei non immunizzati sono costati 2,3 miliardi al sistema sanitario Usa, drenando risorse anche per trattare altre patologie.

Vaccinazione obbligatoria

Washington conta adesso sull’approvazione definitiva e non più d’emergenza del vaccino realizzato da Pfizer-BioNTech per far decollare una campagna di vaccinazioni obbligatorie o quantomeno fortemente incentivate: il via libera delle autorità federali della Fda a Pfizer è stato accompagnato da una catena di annunci di istituzioni e aziende su obblighi di immunizzazione, dal Pentagono per i militari alle scuole di New York e a numerose università, dalla catena di farmacie Cvs al gruppo Ford e a Goldman Sachs nell’alta finanza. La compagnia aerea Delta alzerà i contributi sanitari richiesti ai dipendenti non vaccinati. Biden, che aveva già introdotto di fatto un obbligo per i dipendenti e fornitori federali, ha apertamente invitato la Corporate America a esercitare un ruolo di leadership nel richiedere il vaccino a lavoratori e consumatori.

Fonte: Il Sole 24 Ore