Vaticano: dopo taglio degli stipendi dei cardinali, i dipendenti temono stessa sorte

I dipendenti laici vaticani esprimono preoccupazione dopo i recenti tagli al cosiddetto “piattocardinalizio.

«La notizia della riduzione degli stipendi dei cardinali – si legge sul sito dell’Associazione dei dipendenti laici del Vaticano – ha avuto grande risonanza sui media. In pratica, la Spe ha fatto sapere che è sospesa l’erogazione della Gratifica per la Segreteria e della Indennità di Ufficio finora riconosciute tra gli emolumenti mensili».

Varie sono le questioni. «La prima – continua il testo -: è corretto intervenire sullo stipendio dei Cardinali che, pur rappresentando il vertice della gerarchia ecclesiastica, percepiscono una retribuzione proporzionata al loro ruolo di rappresentanza e alle responsabilità che esso implica (sicuramente più contenuta rispetto agli emolumenti di altri dirigenti)? Inoltre, in considerazione del guadagno irrisorio che scaturirà da questa disposizione, essendo il numero dei Cardinali di Curia limitato a una trentina di unità, qual è la vera ratio che si cela dietro questa decisione? Facciamo fatica a pensare che si voglia ripianare i debiti della Santa Sede con qualche spicciolo (500 euro circa a cardinale con il massimo d’anzianità)».

«Tra i dipendenti laici vaticani – è dunque il timore – si è insinuato un dubbio: che sia un’azione preparatoria a ulteriori tagli dei nostri stipendi per coprire il deficit di bilancio della Santa Sede che, a quanto pare, la riforma economica non riesce ad arginare? Ci sono altre categorie che potrebbero essere chiamate a fare questi sacrifici (es. indennità, affitti e benefit dei dirigenti laici) o aree che possano essere trasformate in fonti di reddito/entrate? Auspichiamo vivamente che siano state già valutate tutte queste possibilità. Possiamo solo fare ipotesi, non avendo ricevuto informazioni in proposito».

Fonte: Il Sole 24 Ore