Via al network Timber Forward Italia per accelerare sulla filiera delle costruzioni in legno

Build By Nature – fondo di accelerazione del mercato delle costruzioni in legno sostenuto dalla olandese Laudes Foundation – dopo essere sbarcato in Italia nel 2022 per “tastare il polso” sulla percezione e il livello di permeabilità di imprese, progettisti e committenti rispetto all’impiego dei materiali bio-based nel settore edile, raddoppia il proprio impegno e lancia una “chiamata”, aperta a tutti gli stakeholder di settore, per la creazione entro fine febbraio di un network di soggetti da coinvolgere in un nuovo lavoro di condivisione di conoscenze, proposte ed esperienze.

L’obiettivo è far sedere a un unico tavolo tutti i soggetti che, a vario titolo, si stanno muovendo nel Paese in questo nuovo e potenziale mercato, aprendo la strada alla nascita di una nuova filiera nazionale che, in potenza e così come sta accadendo in altri Paesi, può trasformarsi in una vera e propria industria. Perché le costruzioni in legno – più di altre – si progettano, sviluppano e assemblano in fabbrica anziché in cantiere. Con risparmio sui tempi, sui costi, sugli impatti ambientali, sociali ed economici.

Il progetto

Il progetto, che prende il nome di Timber Forward Italia, vede il coinvolgimento diretto di Green Building Council Italia, che dal 2022 ha lanciato a livello europeo un proprio percorso di roadmap per la decarbonizzazione, e del suo socio Lendlease, azienda leader del real estate che a Milano sta sperimentando l’uso del legno nelle aree rigenerate di MIND – Milano Innovation District.
I due soggetti sono il braccio operativo che porterà avanti l’azione italiana di Build by Nature. Se l’uso del legno e di altri materiali bio-based è la strada indicata anche dall’Europa come possibile alternativa per lo sviluppo di città più green, è indubbio come l’Italia abbia ancora tanta strada da fare. Al di là di diverse punte di iceberg di eccellenza – che stanno facendo crescere il mercato pur in assenza di una politica nazionale strutturata – ci sono diversi limiti da superare. Manca, infatti, una vera cultura di base sull’impiego di questo materiale da parte di progettisti e imprese (perché nelle università e nelle scuole edili non c’è formazione a riguardo) e le stesse aziende che costruiscono in legno non sono – se non in pochi casi – strutturate per sostenere i numeri di una vera industria, che esce dalla progettualità di immobili uni o bi-familiari, per proporre soluzioni capaci di scalare le grandi dimensioni e soprattutto di usare il legno in modo innovativo e dove davvero serve in abbinata ad altri materiali (e non come un semplice sostituto al mattone, per mera presa di posizione).

Le iniziative

Eppure, come detto, iniziative sparse ma di eccellenza ci sono. A partire dai cluster territoriali che da anni a livello locale stanno ragionando su come partire dalla materia prima – la gestione degli alberi e del bosco – per arrivare a creare filiere con ricadute sociali ed economiche sui rispettivi territori. In questo contesto, l’uso del legno certificato per il settore delle costruzioni rappresenta uno sbocco di mercato nuovo e importante, a patto che lo sforzo sia maggiormente coordinato. Non a caso, è nato da qualche mese un Cluster Nazionale. Di pari passo, si sviluppano nuovi progetti anche nel non residenziale (come dimostrano i premi assegnati dalla seconda edizione del Wood Architecture Prize promosso dalla fiera di Klimahouse) e le industrie si stanno organizzando (da poco è nata la nuova Associazione Nazionale delle Industrie del Legno): il tema resta la scalabilità delle dimensioni e la capacità di passare dal piano dell’artigianalità a quello dell’industria. Il legno, nel frattempo, viene scelto da un numero crescente di investitori perché conviene.

Ad esempio, è stato impiegato a Milano come materiale strutturale per il nuovo villaggio olimpico dello scalo di Porta Romana, sviluppato dal Fondo promosso e gestito da Coima sgr e sottoscritto da Covivio, Prada Holding e dal fondo Coima Esg City Impact. Inizialmente si pensava a tecniche costruttive più tradizionali, ma poi l’analisi LCA dell’investimento ha mostrato dati alla mano come per ragioni anche di tempistica il legno prefabbricato sia una soluzione più cara nella stima mera del costo dei materiali, ma più economica per le ricadute dell’intera operazione. Le medesime ragioni sono alla base della decisione di sviluppare in legno l’edificio Zenith di 13 piani e 5mila metri cubi che sorgerà all’ingresso di MIND e sarà l’edificio in legno più alto di Milano, nuova case history dopo quella già costruita del Village North sviluppato con la simulazione tramite gemello digitale da Lendlease insieme a Woodbeton e terminato da poco. Se insieme al mercato non cresce però il know-how, il rischio vero è che il legno venga utilizzato di più ma senza una vera cultura progettuale nell’uso e nella coerenza d’impiego del materiale.Far sedere tutti a un unico tavolo di lavoro, creando occasioni di scambio e comunicazione, è il primo goal che si è dato il progetto di Timber Forward Italia.

Fonte: Il Sole 24 Ore