Viaggi, l’intelligenza artificiale conquista i turisti di ogni età

Viaggi, l’intelligenza artificiale conquista i turisti di ogni età

Programmare un viaggio davanti allo schermo di un computer (o di uno smartphone) è un’abitudine che sta “contagiando” sempre più italiani e nell’affidarsi agli strumenti digitali per scegliere il luogo delle vacanze e prenotare voli e alloggi ecco che fa capolino, in modo sempre più decisivo, l’intelligenza artificiale. Una tendenza nota e che uno studio di eDreams Odigeo, una delle principali piattaforme di booking al mondo e da 10 anni attiva sul fronte dell’AI, certifica in modo netto. Il cambiamento nel comportamento e nelle aspettative degli utenti è evidente e l’indagine (condotta a livello globale su 9mila rispondenti adulti, tra cui mille intervistati residenti in Italia) ci dice come le generazioni più giovani, di età compresa fra i 18 e i 34 anni, siano i principali driver della rapida adozione dell’intelligenza artificiale a supporto di un viaggiare che vuole essere iper-personalizzato.

Interesse molto diffuso

All’AI si affida nel complesso un utente su quattro, comprendendo anche chi ha utilizzato questo strumento per la prima volta, e anche tra le fasce demografiche più avanzate l’interesse è ampiamento diffuso: il 58% degli intervistati italiani di età superiore ai 55 anni, per esempio, ha dichiarato di essersi rivolto alla tecnologia degli algoritmi negli ultimi dodici mesi e tale percentuale è inferiore in Europa solo a quella di Spagna (61%) e Germania (73%). In generale, ed è questa forse l’indicazione più importante che emerge dallo studio, pianificazione e prenotazione dei viaggi sono in cima alla lista delle aree in cui i consumatori di tutte le età sfruttano l’AI come supporto al processo decisionale. Il 45% dei rispondenti, in particolare, la elegge a soluzione più utile in assoluto per la ricerca di voli e offerte e per la raccomandazione di destinazioni poco conosciute. Altri dati raccolti dall’indagine ribadiscono chiaramente come la personalizzazione intelligente, e cioè la modalità attraverso cui piattaforme come quella di eDreams anticipano le esigenze di viaggio effettuando miliardi di previsioni giornaliere, stia diventando un must anche per soddisfare una precisa e ormai consolidata richiesta: ridurre lo sforzo e il tempo necessari per completare una prenotazione, evitando ostacoli rappresentati da suggerimenti non allineati alle preferenze e necessità ri-selezione delle opzioni e (più in generale) dalle inefficienze dei metodi di booking tradizionali.

La competizione si gioca sulla tecnologia

Il settore dei viaggi sta cambiando dunque pelle, e velocemente, e la partita fra le varie piattaforme digitali si gioca sul livello di adozione e sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale e sulla capacità di trasformare l’esperienza degli utenti attraverso specifici insight dei dati. I sistemi AI di eDreams e Opodo, tanto per fare un pratico esempio, sono progettati per elaborare oltre 100 milioni di ricerche giornaliere e generare qualcosa come 6 miliardi di previsioni e 3,8 miliardi di itinerari. Dana Dunne, Ceo di eDreams Odigeo, è assolutamente convinto del fatto che affidarsi all’intelligenza artificiale per la pianificazione di un viaggio sia già la norma, e lo dice ricordando come questa tecnologia nella sua azienda sia oggi estesa a tutta l’organizzazione e non solo ai team IT. “Dal punto di vista del consumatore – ha spiegato al Sole24ore il sessantaduenne manager inglese – il rapporto con l’AI è radicalmente cambiato, perché l’intelligenza artificiale aiuta i viaggiatori in tutto l’arco del viaggio, assicurando con un’esperienza a 360 gradi più fluida, flessibile e intuitiva. E tutto questo è possibile grazie alle capacità predittive e di personalizzazione fornite dalla tecnologia proprietaria che abbiamo sviluppato”. A fare la differenza, insomma, sono le funzionalità di uno strumento che diventa via via indispensabile per trovare voli a costi contenuti (il 49% degli italiani ricorre all’AI proprio per questa esigenza) o per scoprire mete di viaggio o esperienze che altrimenti gli utenti non avrebbero individuato da soli (abitudine che riguarda il 33% dei vacanzieri nazionali intervistati).

Il ceo Dunne: «Così si risparmia tempo e si semplifica»

«L’AI nel travel – ha aggiunto ancora Dunne – ha molteplici casi d’uso, ma uno dei più evidenti per i viaggiatori è la possibilità di offrire loro esattamente ciò di cui hanno bisogno, quando ne hanno bisogno e come ne hanno bisogno. Se consideriamo i vantaggi, la forza trainante di questa tecnologia è senza dubbio la capacità di far risparmiare tempo, semplificando il processo di pianificazione ed eliminando le lunghe e stressanti fasi di ricerca”.

Fonte: Il Sole 24 Ore