Vigliotti (Bei): «Finanziamenti sempre più legati alle performance di sostenibilità»

Sì, è un private placement ma ha una caratteristica particolare. Bei è un investitore di lungo termine, e si impegna a monitorare l’utilizzo del finanziamento.

A proposito della finanza sostenibile, Pmi e gestori di fondi lamentano una eccessiva regolamentazione da parte della Ue. Qual è la sua opinione?

È vero, forse c’è troppa regolamentazione, ma per le Pmi vi è un occhio di riguardo da parte dell’Europa. Per le aziende, la transizione deve essere considerata un’opportunità e non un peso. Inoltre la Bei, attraverso il Fondo europeo per gli investimenti (Fei), è vicina alle Pmi e le accompagna nella transizione. Certo, c’è molto da fare.

L’invasione della Russia in Ucraina sta provocando una crisi energetica in Europa. Alcuni Paesi stanno valutando di investire in gasdotti. Una scelta di questo tipo allungherà i tempi della transizione energetica?

È un tema complesso, e toccherà ai Governi trovare una soluzione. Prima di diventare una Climate Bank, Bei ha investito 700 milioni di euro nel gasdotto Tap, che ora si è rivelato molto prezioso. Bei però ha rinunciato in maniera definitiva ai finanziamenti di combustibili fossili, e può investire soltanto in rinnovabili e in infrastrutture per il trasporto di energia green come idrogeno o biometano. Ricordo che bisognerà investire 350 miliardi di euro l’anno in Europa per raggiungere l’obiettivo di emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030.

Fonte: Il Sole 24 Ore