
Vinext, le biotecnologie per il verde e l’enologia pronte al debutto su Egm
Una traiettoria di crescita che ha il core business nelle biotecnologie per l’enologia, ma che punta a espandere orizzonti (e marginalità) verso altri ambiti, approdando alla gdo e al consumatore finale nella filiera del verde e del giardinaggio, puntando, in particolare, sullo sviluppo delle potenzialità di un polimero in grado di assorbire grandi quantità d’acqua se posto alle radici delle piante.
Il progetto di creazione del valore di Vinext, Pmi innovativa veronese, è pronto per l’Egm, con un debutto che, dopo il via libera alla domanda di pre-ammissione, dovrebbe concretizzarsi entro la prossima settimana. «Crediamo nella Ipo, anche se questo può significare andare in controtendenza rispetto alla situazione attuale- spiega il ceo Salvatore Vignola -. Il settore del vino inoltre, nonostante le difficoltà, resta resiliente e conserva appeal per fondi e investitori. Vinext possiede know how, è un progetto che comprende forti elementi di circolarità. Stiamo riscontrando interesse nella costruzione del book: puntiamo a raccogliere le risorse per un’accelerazione nel progetto di crescita, collocando sul mercato un flottante tra il 20 e il 25%. Il piano industriale prevede uno sviluppo commerciali in Italia e all’estero e ulteriori investimenti in R&D».
I numeri
Il prezzo è stato fissato a 2 euro per azione. Il collocamento avverrà interamente in aumento di capitale (l’azionariato prima dell’ammissione è detenuto da Vima srl, riconducibile a Salvatore Vignola per il 65%, Andrea Marchini con il 18% e Francesco Marchini con il 17%). «Il business – spiega Vignola – è suddiviso in tre ambiti. Il primo riguarda lo sviluppo di prodotti biotecnologici e chimici destinati all’industria vitivinicola, quali lieviti, enzimi, chiarificanti. Il secondo riguarda l’ingegneria, con l’obiettivo di creare soluzioni fisiche a problemi solitamente affrontati per via chimica: ecomembrane, stabilizzatori a temperatura ambiente, tecnologie per il recupero dell’anidride carbonica».
La rivoluzione dell’acqua
Ma è il terzo business, Agro, che promette una rottura di paradigma e una diversificazione del portafoglio strategica: riguarda lo sviluppo e la commercializzazione di un polimero biodegradabile superassorbente, acquisito sul mercato per un milione di euro. «Si tratta di un brevetto di cui eravamo inizialmente solo distributori – spiega Vignola -, un’invenzione made in Italy che stiamo portando dalla prototipazione alla commercializzazione su larga scala. Questo polimero è in grado di raccogliere acqua pari fino a 150 volte il suo peso, rilasciandolo gradualmente. Localizzandolo sulle radici delle piante, si possono ottenere risultati sorprendenti».
Il gruppo ha generato nel 2024 un fatturato di 6 milioni (+20% sull’anno precedente), con un Ebitda margin dell’8,8%; l’80% dei ricavi è riconducibile al mondo dell’enologia (anche se la filiera brassicola conserva elevati tassi di penetrazione). «Il business Agro sarà però quello che crescerà di più in futuro – spiega Vignola – con marginalità a doppia cifra. Abbiamo già contatti con molte amministrazioni comunali che sono alla ricerca di soluzioni nella gestione del verde pubblico: la nostra soluzione può ridurre fino al 50% il consumo idrico e l’impiego di personale. Puntiamo però anche alla gdo e al consumatore finale nella filiera del giardinaggio ed è per questa ragione che riteniamo che questa divisione possa diventare una leva fondamentale per lo sviluppo e la diversificazione della nostra attività».
Fonte: Il Sole 24 Ore