Vinitaly, spazio al vino senz’alcol (con le prospettive migliori di crescita sul mercato)

Vinitaly, spazio al vino senz’alcol (con le prospettive migliori di crescita sul mercato)

Un mercato che già vale a livello globale 2,5 miliardi di dollari con la prospettiva di raddoppiare nei prossimi dieci anni a un tasso di crescita annuo del 10% contro invece l’andamento piatto previsto per i vini convenzionali. Un fortissimo interesse da parte del mondo produttivo visto che a un recente sondaggio effettuato dall’Unione italiana vini ben il 60% dei produttori interpellati ha risposto di guardare con interesse alla prospettiva di produrre vini no alcohol o low alcohol ma una produzione che per il momento, in Italia, resta ferma al palo.

Si perché nonostante il provvedimento varato dal ministro Lollobrigida nello scorso dicembre che ha autorizzato la produzione di vini NoLo e che è stato accolto con grande soddisfazione da parte del mondo produttivo, poi passare davvero dalle leggi ai fatti risulta spesso molto complicato. Sono infatti ancora tante le incertezze che attanagliano il settore.

La denuncia, in apertura del Vinitaly, viene dall’Unione italiana vini organizzazione dei produttori e dei commercianti di vino fin dal primo momento molto impegnata sulla frontiera dei vini a bassa gradazione alcolica. L’Uiv proprio a Vinitaly ha organizzato un incontro sulle prospettive e i vincoli del settore dei vini senz’alcol o a bassa gradazione.

«Al momento ci sono almeno due ordini di problemi – spiega il segretario generale dell’Unione italiana vini, Paolo Castelletti -: da un lato ci sono alcuni aspetti controversi del decreto del ministro Lollobrigida e dall’altro c’è l’intera questione dell’inquadramento fiscale sul quale si registrano “fughe in avanti” da parte del ministero dell’Economia che certo non aiutano ad avere davanti un quadro definito».

Fonte: Il Sole 24 Ore