
Vino, Frescobaldi fa rotta sulla Sicilia e investe sull’Etna
Una nuova pietra preziosa al collier di Marchesi Frescobaldi. Appena qualche mese dopo aver investito negli Usa, nel Pinot nero dell’Oregon, un forte ritorno tra le mura domestiche, in Italia. Non nell’amata Toscana, né in un posto qualsiasi, ma in una delle denominazioni italiane più glamour degli ultimi anni con numeri in forte crescita nei vigneti, nelle bottiglie vendute e nella ricettività con l’enoturismo. Marchesi Frescobaldi sbarca infatti in Sicilia, sull’Etna con una partnership con Marco de Grazia, il fondatore, nel 2002 della Tenuta delle Terre Nere.
L’Etna quindi è ancora una volta enologicamente “fatale”. E così dopo aver attratto sulle sue pendici nomi di primissimo piano sia del vino made in Italy (Angelo Gaja è sbarcato da queste parti nel 2017), che della moda (il patron di Diesel, Renzo Rosso nel 2022 ha rilevato il 40% della cantina Benanti) adesso è di nuovo la volta di un pezzo da 90 del vino italiano: Lamberto Frescobaldi.
La Marchesi Frescobaldi (oltre 1.500 ettari di vigneti, 12 milioni di bottiglie prodotte l’anno e 170 milioni di fatturato, +3% sul 2023) è entrata con una quota di minoranza (si vocifera intorno al 40%) nella cantina Tenuta delle Terre Nere fondata nel 2002 da Marco de Grazia. Naturalmente top secret la cifra dell’investimento anche se i bene informati parlano di un’offerta di 19 milioni poi rivista ancora al rialzo.
Un’azienda ma, soprattutto, un’etichetta tra le più note dell’Etna Doc (43 ettari di vigneti e 250mila bottiglie prodotte). Marco de Grazia resterà alla guida dell’azienda che ha fondato nel 2002 e che in un tempo relativamente breve ha portato al successo: negli ultimi dieci anni una presenza fissa nella Top 100 di Wine Spectator come anche nella selezione dei Top 120 selezionati dalla stessa rivista Usa per Opera Wine a Verona.
«La mia con Marco de Grazia – ha commentato a Il Sole 24 Ore il presidente di Marchesi Frescobaldi, Lamberto Frescobaldi – ora è anche una partnership ma è soprattutto un’amicizia che va avanti da 35 anni. Per me, Marco ha rappresentato un autentico punto di riferimento. Nei primi anni ’90, poco dopo il mio matrimonio, abbiamo condiviso numerose serate e molte bottiglie di vino stappate insieme. E l’ho sempre ascoltato con attenzione: la sua costante ricerca della finezza nei vini, la sua energia contagiosa, la limpidezza della sua visione. Da oggi questa amicizia è anche una collaborazione che punta a un nuovo sviluppo di un progetto straordinario che lui ha varato 20 anni fa».
Fonte: Il Sole 24 Ore