
Vino in crisi? Ora arriva anche il «caro barriques»: le vendite calano del 15%
Consumi in calo, mode e gusti che cambiano – ma anche motivi dietici e, in ultimo, almeno in Italia, Codice della Strada più severo per chi beve troppo – spingono i produttori verso vini più leggeri e freschi, e di conseguenza con meno “passaggio in legno”. Un altro segnale arriva dal calo del 15% in un solo anno nelle vendite di barriques, le botti più piccole destinate all’invecchiamento dei vini, in genere i più pregiati e soprattutto rossi.
Non è facile capire con certezza se si tratti di una frenata dovuta più agli aumenti di prezzo spinti dalle quotazioni del legno di rovere (+50% in due anni) o, appunto, al calo della domanda da parte della cantine, che con le scorte ai massimi, preferiscono percorrere altre strade. C’à anche da ricordare che in Francia si sta anche ricorrendo alla “rottamazione” l’espianto dei vigneti incentivato per sostenere il mercato dall’eccesso di offerta, anche in vista dell’effetto dei dazi di Trump.
Sta di fatto che la tradizionale industria francese dei bottai sta subendo un duro colpo.
Il prezzo del rovere francese è triplicato in dieci anni, alimentato dalla domanda proveniente dalla Cina e da altri settori (come l’arredamento arredamento). Secondo quanto riporta la Agence France-Presse (Afp) da aprile 2024 a marzo 2025, sono stati venduti oltre 540mila barili francesi, con un calo del 15%, in particolare in Francia (-20%).
Il fatturato del settore, pari a 515,9 milioni di euro, è diminuito del 9,5%, secondo un rapporto pubblicato questa settimana. «Abbiamo assistito a cicli altalenanti in passato: la crisi finanziaria del 2008, la dolorosa crisi asiatica della fine degli anni 90 – ricorda Nicolas Tiquet-Lavandier, vicepresidente della Federazione Francese dei Bottai (Ftf) nel sottolineare che «i membri più anziani affermano che ogni dieci anni c’è una crisi. Forse ora stanno diventando più frequenti… c’è più volatilità».
La filiera dei legni da invecchiamento in cantina impiega in Francia dalle 3.000 alle 3.500 persone, dalla preparazione del legno alla produzione delle botti, e in questo contesto ha dovuto adattare gli orari di lavoro, spiega Eudes Baufreton, delegato generale della Ftf e del Syndicat des mérandiers de France.
Fonte: Il Sole 24 Ore