
Voto di fiducia a Von der Leyen: tensioni e malumori in Parlamento europeo
BRUXELLES – Si terrà domani, giovedì 10 luglio, l’atteso voto di fiducia sull’operato della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Difficilmente la mozione presentata da un gruppo di deputati nazionalisti passerà in Parlamento a Strasburgo, non fosse altro perché è necessaria una doppia maggioranza. Al tempo stesso, la votazione mostrerà le molte crepe della coalizione popolare-socialista-liberale, a meno di un anno dall’insediamento dell’esecutivo comunitario.
Ufficialmente la mozione è stata presentata per la scelta della presidente di non pubblicare i messaggi telefonici scambiati con i dirigenti del produttore di vaccini Pfizer durante la pandemia. In realtà vi sono nei confronti della signora von der Leyen crescenti malumori che riguardano anche la sua maggioranza. C’è chi protesta per la gestione centralizzata della Commissione europea e chi accusa la presidente di non prestare sufficiente attenzione al Parlamento.
Più in generale, le tensioni sono anche tra i partiti della maggioranza, come è emerso da un dibattito in aula all’inizio di questa settimana. Socialisti e liberali rimproverano ai popolari di avere tradito il programma politico su cui si erano messi d’accordo l’anno scorso. In particolare, considerano che i popolari hanno perso la vena ambientalista, e non esitano a votare con i partiti di destra più radicali quando si tratta di rivedere il Patto Verde o di stringere le viti nella lotta contro l’immigrazione.
Proprio oggi, mercoledì 9 luglio, il Parlamento ha bocciato l’ipotesi di optare per la procedura d’urgenza nel valutare la proposta della Commissione di un nuovo obiettivo ambientale per il 2040. I partiti che avevano proposto l’iter semplificato – i verdi, i socialisti e i liberali – volevano ridimensionare le competenze del relatore, un deputato scelto nelle file dei patrioti. Durante il voto, molti deputati popolari hanno votato contro la procedura d’urgenza, insieme ai partiti di destra.
Analisti politici non si aspettano che la mozione di sfiducia passi, anche in presenza di probabili astensioni nei ranghi dei socialisti o dei liberali. Ad aiutare la signora von der Leyen saranno le modalità di voto. Perché la mozione passi sono necessari i due terzi dei voti espressi e una maggioranza dei deputati che compongono il Parlamento (361). Le astensioni abbassano la soglia dei due terzi, ma resta la necessità di raccogliere 361 voti a favore, un obiettivo difficilissimo da raggiungere.
Fonte: Il Sole 24 Ore