
West Nile, altri due casi a Trento e nel Biellese: salgono a 170 le infezioni totali da inizio anno
Altri due casi di West Nile in Italia, che portano il numero delle infezioni totali ad oltre 170 dall’inizio dell’anno, con almeno 16 vittime: si tratta di una donna di Trento, appena rientrata in città dopo una vacanza, e di una 72enne residente in provincia di Biella, che aveva altre patologie concomitanti. Entrambe sono state ricoverate in ospedale e le loro condizioni, dicono i medici, sono stabili.
Migliorano le condizioni della 72enne di Biella
La 72enne di Biella, spiegano dall’azienda sanitaria locale, «pur nel suo quadro generale di fragilità e di necessità di assistenza, sta lentamente migliorando rispetto all’arrivo in ospedale e risponde ai trattamenti antivirali e di supporto erogati».
Le precauzioni da seguire
Il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda provinciale trentina per i servizi sanitari ricorda invece l’importanza della diagnosi precoce e invita, soprattutto al rientro da viaggi in zone in cui la malattia è endemica, a recarsi dal proprio medico di famiglia se nei giorni successivi a una puntura di zanzara si avvertono sintomi come febbre, eruzioni cutanee o manifestazioni neurologiche.
Si riunisce la commissione Grandi Rischi
Ieri, intanto, presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, si è tenuto un incontro della Commissione Grandi Rischi, convocata dal Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, per fornire una valutazione tecnico-scientifica dello scenario epidemiologico legato alla circolazione del virus. Al centro della riunione, il confronto tra componenti del settore rischio ambientale e igienico-sanitario della Commissione Grandi Rischi ed esperti esterni, finalizzato all’individuazione di possibili misure di protezione civile utili in risposta alla richiesta di collaborazione avanzata dal Ministero della Salute.
L’analisi dei numeri
Nel corso dell’incontro, presieduto dal Capo del Dipartimento, è stato sottolineato come il virus sia endemico in Italia da tempo, e che non vi è evidenza di incremento numerico dei casi di patologia dovuta a infezione da West Nile Virus registrati quest’anno, sebbene un elemento di novità rispetto agli anni passati sia rappresentato dalla maggior concentrazione di casi in regioni del centro-sud del Paese. La Commissione ha inoltre rilevato che negli anni precedenti il periodo di picco si è registrato durante il mese di agosto.
Fonte: Il Sole 24 Ore