Wsj: «Trump avvertito a maggio di essere nei file su Epstein». Camera Usa convoca Ghislaine Maxwell

Wsj: «Trump avvertito a maggio di essere nei file su Epstein». Camera Usa convoca Ghislaine Maxwell

La commissione di vigilanza della Camera dei rappresentanti ha ufficialmente convocato l’ex collaboratrice di Jeffrey Epstein, Ghislaine Maxwell, per una deposizione l’11 agosto nel carcere di Tallahassee, in Florida, dove sta scontando la sua condanna. In un messaggio a lei inviato, il presidente della Commissione, Jamer Comer, scrive: «I fatti e le circostanze intorno al suo caso e a quello di Epstein hanno ricevuto grande attenzione e interesse pubblico. Mentre il dipartimento di Giustizia si impegna a scoprire e rendere pubbliche ulteriori informazioni relative ai casi che riguardano lei e il signor Epstein, è fondamentale che il Congresso eserciti un controllo sull’applicazione delle leggi federali in materia di traffico sessuale in generale e, in particolare, sulla gestione delle indagini e dei procedimenti giudiziari a carico suo e del signor Epstein».

Intanto, i funzionari del dipartimento di Giustizia che all’inizio dell’anno hanno esaminato i documenti relativi a Jeffrey Epstein hanno scoperto che il nome di Donald Trump compariva più volte. Lo scrive il Wall Street Journal citando alti funzionari dell’amministrazione. A maggio, la ministra della Giustizia Pam Bondi e il suo vice hanno informato il presidente, in un incontro alla Casa Bianca, che il suo nome era presente nei documenti su Epstein, hanno riferito le fonti del Journal. Anche molti altri personaggi di alto profilo, venne riferito a Trump, erano citati nei documenti.

La Casa Bianca, però, smentisce ancora una volta con nettezza questa ricostruzione del Wsj: «Questa è un’altra fake news, proprio come il precedente articolo del Wall Street Journal». Il quotidiano statunitense ha già pubblicato nei giorni scorsi un altro scoop che ha rivelato l’esistenza di una lettera dai toni ambigui inviata da Trump a Epstein nel 2003 per il 50esimo compleanno del finanziere. In risposta a quell’articolo Trump ha avviato una causa per diffamazione contro il Journal per 10 miliardi di dollari.

Il presidente Donald Trump è infuriato, la sua squadra è esasperata e la Camera, controllata dai Repubblicani, è quasi in rivolta per il caso Epstein. Lo scrive Politico, che ha sentito un alto funzionario della Casa Bianca secondo il quale il tycoon è frustrato dall’incapacità del suo staff di spegnere le polemiche legate alle teorie del complotto che un tempo lui stesso diffondeva e dalla costante copertura mediatica dopo che la procuratrice generale Pam Bondi ha chiuso il caso senza divulgare i file. Trump e i suoi più stretti alleati pensavano di trascorrere l’estate a godersi un meritato giro di vittoria, dopo aver convinto il Congresso ad approvare la maxi finanziaria con i tagli fiscali, aver costretto vari governi stranieri a una serie di nuovi accordi commerciali e aver convinto gli alleati della Nato a spendere miliardi in più per la difesa collettiva. Invece, le domande su Jeffrey Epstein, il finanziere pedofilo suicidatosi in cella a Ny mentre attendeva un processo per traffico sessuale di minorenni, stanno oscurando quasi tutto il resto.

Fonte: Il Sole 24 Ore