«Yes, exactly»: la lectio stringatissima di Robert De Niro a Cannes

«Yes, exactly»: la lectio stringatissima di Robert De Niro a Cannes

 JR propietta su uno schermo una grande immagine: c’è JR con suo figlio a cavalcioni sulle spalle e Robert De Niro con il figlio Elliot, mentre quest’ultimo disegna sul tavolo da lavoro nello studio del padre di De Niro. In mezzo, l’operatore di questo film in fieri, Roberto De Angelis. Bob gli mostra i quadri del padre e gli spiega che lo studio è intatto rispetto alla morte avvenuta decenni prima. Sono sempre al loro posto le sigarette, i pennelli, ogni cosa come l’ha lasciata.

«Volevo mantenere tutto intonso per i miei figli», spiega sforzandosi De Niro, che ha sette figli nati da quattro relazioni diverse. «Ovviamente i miei più figli più grandi conoscevano loro nonno, ma i miei figli più piccoli no. Quindi ho preservato lo studio, l’ho mantenuto intatto così. Era importante per me e per loro. Ho anche scattato delle foto dello studio, ma ci tenevo anche che i figli sperimentassero lo spazio».

L’ossessione di conservare

De Niro conserva anche gli oggetti dei film in cui recita.

«Mi sono accorto che le persone, a volte, sul set portavano via gli oggetti, come se fossero souvenir, e, invece, volevo tenerli per me perché erano parte del film. Negli anni ho accumulato così tante carte e cose che ho dovuto assumere un assistente».

Il progetto tra JR e De Niro è nato un po’ per caso. Con l’occasione di una piccola mostra a Ny in onore di suo padre a JR era venuto in mente di filmare De Niro proprio nello studio del padre. Non più di 20 minuti, una specie di spot per i social media, per le generazioni più giovani in modo che venissero più facilmente a conoscenza di un artista che si chiamava Robert De Niro Sr., di origini irlandesi e italiane, anche chiamato Roberto De Niro. Quando Roberto De Angelis (alla camera) e JR sono entrati in studio, Bob ha consegnato a JR anche i diari di suo padre, che Bob non aveva mai letto. Così dopo aver letto i diari di Robert Senior JR è tornato nello studio con De Angelis e, invece di 20 minuti, le riprese sono durate cinque ore.

Fonte: Il Sole 24 Ore