Yoox, 211 esuberi tra Milano e Bologna. A rischio il 20% dei dipendenti italiani

Yoox, 211 esuberi tra Milano e Bologna. A rischio il 20% dei dipendenti italiani

Un taglio della forza lavoro in risposta alla riduzione dei ricavi nell’ultimo esercizio (-191 milioni) e dell’accumularsi di perdite complessive pari a oltre due miliardi di euro nel corso degli ultimi due anni. Così Yoox Net à Porter, colosso dell’ecommerce nato nel 2015 dalla fusione dell’italiano Yoox e del britannico Net-à-porter e da maggio 2025 di proprietà di LuxExperience (ex Mytheresa), ha comunicato 211 esuberi su 1.091 dipendenti che si trovano in Italia, in particolare nelle sedi di Bologna (160 persone) e Milano, storici hub della piattaforma Yoox, fondata da Federico Marchetti nei primi anni 2000.

L’appello dei sindacati: stop alla procedura

Una decisione diffusa lo scorso 2 settembre che, in un contesto di rilancio, è stata accolta dai dipendenti come una doccia fredda. Filcams, Fisascat e Uiltucs – i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil – hanno chiesto il ritiro immediato della procedura e l’apertura di un tavolo di confronto sottolineando come «l’azienda non abbia adempiuto agli obblighi di legge in materia di comunicazioni preventive sullo stato di crisi».

I sindacati hanno anche evidenziato che «l’azienda ha inoltre comunicato di non voler ricorrere ad ammortizzatori sociali, qualificando gli esuberi come strutturali e definitivi. È inaccettabile che, a pochi mesi dall’acquisizione da parte di LuxExperience, l’azienda scelga di scaricare sui lavoratori il peso di una ristrutturazione decisa esclusivamente sulla base delle strategie del nuovo gruppo».

Ai 211 licenziamenti si aggiungono 40 trasferimenti da Landriano (Pavia) a Milano che, secondo le sigle, devono «prevedere da subito il coinvolgimento delle istituzioni competenti, tra cui il ministero del Lavoro e le Regioni interessate. Non consentiremo che venga smantellata una realtà industriale storicamente radicata nei territori di Bologna e Milano, con gravissime conseguenze sociali e occupazionali».

Fonte: Il Sole 24 Ore