
YouTube pronta a usare l’intelligenza artificiale per smascherare i minori che fingono di essere adulti
YouTube sta introducendo un nuovo sistema basato sull’intelligenza artificiale per riconoscere quando un utente che dichiara di essere adulto è in realtà un bambino. È una misura che risponde alle crescenti pressioni politiche e sociali sulla protezione dei minori online, in particolare negli Stati Uniti, dove le grandi piattaforme digitali vengono accusate di non fare abbastanza contro i rischi legati a contenuti non adatti.
La tecnologia funziona analizzando diversi segnali digitali: dal tipo di video guardati alla frequenza di utilizzo, fino alla durata dell’account. Non si tratta quindi di un controllo statico sui dati anagrafici inseriti, ma di un sistema che apprende dal comportamento. James Beser, direttore della gestione prodotti di YouTube Youth, ha spiegato che l’obiettivo è «dedurre l’età di un utente indipendentemente dalla data di nascita registrata», così da calibrare contenuti e protezioni adeguati.
Nel momento in cui l’algoritmo rileva una possibile discrepanza, l’utente riceve un avviso e può dimostrare la propria età caricando un documento, un selfie o utilizzando una carta di credito. Una forma di verifica che punta a bilanciare due esigenze contrapposte: da un lato la tutela dei minori, dall’altro la privacy e la facilità di accesso per gli adulti.
Il tema è diventato urgente anche a livello internazionale. In Australia, il governo ha annunciato un divieto di accesso a YouTube ai minori di 16 anni, con una legge che entrerà in vigore il 10 dicembre. Una misura drastica, tra le più severe al mondo, giustificata dal rischio degli “algoritmi predatori” che spingono i ragazzi verso contenuti potenzialmente dannosi. Canberra non è sola: diversi paesi stanno valutando se seguire la stessa strada, con l’idea che il modello australiano possa diventare un precedente da osservare.
Il nodo centrale resta sempre lo stesso: fino a che punto affidarsi all’Ai per garantire la sicurezza online dei minori? Le piattaforme come YouTube, TikTok e Instagram si muovono tra due fuochi. Da una parte, governi e opinione pubblica che chiedono più protezione. Dall’altra, la necessità di mantenere un’esperienza fluida per milioni di utenti che adulti lo sono davvero. L’equilibrio è fragile ma il piano è oramai inclinato. Per le Big Tech è vietato sbagliare. .
Fonte: Il Sole 24 Ore