Il futuro della gioielleria passa da etica e formazione
«Il futuro della gioielleria è possibile solo seguendo la strada dell’etica, della sostenibilità e della responsabilità sociale»: ne è convinto Gaetano Cavalieri, presidente di The World Jewellery Confederation (Cibjo) intervenuto al Luxury Summit del Sole 24 Ore organizzato in collaborazione con HTSI. «Nel 2000 l’industria dei preziosi è stata pesantemente attaccata da associazioni non governative – ha raccontato –: abbiamo capito che questi tipi di attacchi non erano compatibili con il nostro Dna perciò abbiamo invitato a un tavolo di confronto i governi e le stesse associazioni di attivisti decidendo che era necessario avere un sistema di controllo. E da lì abbiamo portato avanti il Kimberley Process». Quello è stato solo l’inizio di un percorso verso la trasparenza, un tema sempre più caro anche a chi acquista gioielli, dalla natura dei materiali preziosi al loro grado di tracciabilità, consumo di risorse e rispetto dei diritti umani. «Come Cibjo possiamo controllare e mettere fuori dal sistema chi non rispetta le regole e ne abbiamo espulsi diversi», ha aggiunto Gaetano Cavalieri.
L’impegno delle aziende del settore è fondamentale in questo senso così come la formazione, come ha spiegato Eleonora Rizzuto, direttore dello Sviluppo sostenibile del Gruppo Bulgari e Lvmh Italia. «La conoscenza è necessaria per capire l’origine di cosa si ha tra le mani, perché la materia prima ha un’origine e un percorso. E per essere efficace la sostenibilità deve entrare nei processi strategici decisivi e manageriali delle aziende a tutti i livelli e in tutte le fasi, dalla produzione ai bilanci alle relazioni. Per tutto questo servono competenze sempre più ampie».
La richiesta di professionisti da parte delle aziende «è altissima» ha sottolineato Loredana Prosperi, direttrice dell’Istituto Gemmologico Italiano (Igi) e relatore nel Consiglio direttivo dell’Associazione Italiana Gemmologi, che organizza corsi per il conseguimento del diploma di gemmologo, ma anche informativi e pratici, tematici e corsi personalizzati per le aziende. Offre anche un servizio di analisi gemmologica. «Collaboriamo con le università e mettiamo a disposizione delle aziende la nostra ricerca che si basa su tecnologie avanzate per l’analisi delle gemme per esempio, o l’estrazione. La formazione dei gemmologi non si ferma mai, è in continua evoluzione e segue le scoperte, anche di nuovi minerali, oltre che di nuovi strumenti, o sintesi».
Secondo Luca Solari, direttore della Scuola Orafa Ambrosiana la vera svolta è arrivata con i grandi brand e i fondi d’investimento. «La grande disponibilità economica data da questi ultimi – ha raccontato – ha permesso ai marchi di crescere aprendo nuovi punti vendita in tutto il mondo. Da qui la necessità di aumentare la produzione cercando nuovi artigiani specializzati. Lavoriamo in partnership con le aziende a cui proponiamo un servizio su misura di formazione portando il loro Dna nella scuola attraverso i docenti che arrivano direttamente dai brand. Un esempio è il progetto con la maison Buccellati».
Fonte: Il Sole 24 Ore