La corsa dell’export non basta: il gas affonda il saldo commerciale

Da un attivo di 20 miliardi ad un “rosso” che sfiora i dieci. Escursione enorme, quella della bilancia commerciale extra-Ue dei primi cinque mesi dell’anno, imputabile quasi interamente all’impennata dei prezzi dell’energia.

Dai dati Istat emergono due aspetti fondamentali: da un lato l’accelerazione dell’export, che continua a crescere quasi ovunque a doppia cifra; dall’altro l’impennata delle importazioni, con la Russia a svolgere un ruolo determinante nell’appesantire il nostro passivo.

La crescita congiunturale delle vendite con i paesi extra Ue27 è del 4,7% e riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione dei beni di consumo non durevoli.

Nel trimestre marzo-maggio 2022, rispetto al trimestre precedente, l’export cresce dell’8,5%, e nello stesso periodo, l’import segna un rialzo congiunturale del 15,0%, cui contribuisce in ampia misura il forte aumento degli acquisti di energia (+31,9%).

Su base annua l’aumento delle vendite è del 26,2% e vede crescite robuste quasi ovunque, con il traino decisivo degli Stati Uniti, in crescita di oltre il 40%. Solo due le eccezioni. Anzitutto la Cina (-91%), frenata dal rallentamento dell’econonia e dai nuovi vincoli imposti dal Covid

Fonte: Il Sole 24 Ore