A modo mio! Come prendere con successo le proprie decisioni in azienda

• L’area prescritta: indica quel complesso di attività, regole e procedure decise a priori a seconda delle necessità dell’organizzazione. Sono le mansioni che troviamo scritte sul nostro contratto di lavoro, il motivo per cui ci stanno assumendo in quell’azienda. Ed è la parte di ruolo più direttamente collegata agli obiettivi organizzativi.

• L’area discrezionale: risponde al “come” svolgo il mio ruolo. Qui subentra quello che Pierpaolo Donati chiama “soggetto relazionale”, ovvero “un agente/attore colto prima di tutto nella sua individualità di persona umana”. Tutte le volte che facciamo qualcosa, dunque, inevitabilmente, lo facciamo “a modo nostro” perché emerge la nostra “umanità”.

• L’area innovativa: è più difficile da definire. Non fa capo a qualcosa di presente ma attiene più alla capacità umana di immaginare scenari futuri. Ha molto a che vedere con il pensiero laterale e la creatività. Esercitiamo l’area innovativa tutte le volte che un certo status quo non è più adatto a quel contesto.

Dunque, potremmo concludere che tutti siamo liberi di esercitare il nostro ruolo professionale come ci pare e piace. Che è giustificabile qualsiasi azione e comportamento purché siano in linea con l’etica, la morale o la legge.

In verità, l’area discrezionale ha il suo senso perché le modalità con cui esercitiamo il ruolo devono essere compatibili con gli obiettivi che intendiamo raggiungere. I colleghi, i clienti, i capi, ci lasciano interpretare i contesti perché dobbiamo trovare strategie utili a raggiungere obiettivi. Da parte loro, questo non è un atto di generosità: lo fanno perché non potrebbe essere altrimenti, data la complessità che stiamo vivendo. Dal canto nostro, siamo naturalmente portati ad esercitare la discrezionalità, perché l’indole di ciascuno di noi emerge sempre e comunque.

Fonte: Il Sole 24 Ore