A Paris Tribal le gallerie si mettono in mostra

Anche quest’anno il Quartiere Latino ha ospitato l’11ª edizione di Paris Tribal, una delle “fiere-non-fiere” più importanti al mondo nel campo dell’c. La novità di questa edizione, che si è tenuta dal 23 al 28 aprile, è che tutte le 41 gallerie presenti hanno dovuto selezionare e mettere in evidenza un “opera inaspettata” dal punto di vista dell’origine geografica, della tipologia, del materiale, dell’iconografia o per qualche rinvio sorprendente all’arte moderna o al design. Non a caso il titolo del catalogo di quest’anno recitava: “Paris Tribal Inattendu” e riportava questa frase di Oscar Wilde: “Aspettarsi l’inaspettato è la caratteristica di una mente moderna”.
Come sempre il livello delle opere offerte era molto vario e andava dai capolavori messi in vendita a oltre 100.000 euro alle figurine dei rituali sciamanistici che si potevano comperare a poche centinaia o migliaia di euro. I collezionisti e visitatori erano prevalentemente francesi, con una certa presenza di cittadini dei paesi confinanti con la Francia. Naturalmente non sono mancati anche alcuni addetti ai lavori degli Stati Uniti, che in alcuni casi rappresentavano i musei del loro paese.

L’offerta e le vendite

“L’edizione del 2024 di Paris Tribal – ha dichiarato in esclusiva ad Arteconomy Julien Flak, presidente della manifestazione e titolare della galleria omonima – è stata molto bella, con molti collezionisti, che, nonostante il maltempo e il freddo hanno visitato gli stand degli espositori. Per quanto riguarda la mia galleria, posso dire che la maggior parte delle opere vendute aveva prezzi compresi tra i 5.000 e i 30.000 euro. In particolare, mi sembra importante precisare che ho venduto a un collezionista straniero un grande calumet (pipa) Santee Sioux realizzato prima del 1860 a un prezzo compreso tra i 15.000 e i 30.000 euro, mentre per uno scudo Wunda degli aborigeni dell’Australia occidentale ho ricevuto circa 5.000 euro”.

Le mostre

Quest’anno, inoltre, le gallerie presenti a Paris Tribal hanno presentato una quindicina di mostre tematiche che spaziavano dalle sorprendenti varietà delle opere della Costa d’Avorio, alle maschere dell’Himalaya, alle realizzazioni di artisti contemporanei che fanno sculture che ripropongono gli stilemi delle culture “altre”. Non potendole elencare tutte, mi limito a segnalare che la galleria Meyer ne ha organizzate due: una presentava i beni di scambio (le cosiddette “monete”) e gli ornamenti dell’Oceania e dell’Artico, l’altra 99 miniature africane in bronzo. A questo proposito lo stesso Anthony Meyer ci ha detto in esclusiva: “Con questa manifestazione e coi Parcours des Mondes di settembre Parigi si conferma come la capitale dell’arte etnica. Per quanto riguarda le mie due mostre tematiche ho avuto riscontri molto positivi da collezionisti e musei. In particolare, posso precisare che i prezzi delle opere in bronzo oscillavano tra i 450 e i 25.000 euro”. Due sono state anche le mostre della galleria Alain & Abla Lecomte, la prima presentava i vecchi tappeti Ako Dantsu del Giappone, mentre le seconda, si concentrava sulle rappresentazioni di animali che mettevano in evidenza “artiglio e denti”.Tra le gallerie, invece, che hanno preferito presentarsi in modo tradizionale è importante segnalare che quella di Bernard Dulon, specializzata nell’arte africana, ha messo in vendita una maschera Kuba a circa 50.000 euro.

Fonte: Il Sole 24 Ore