
Allarme di Morgan Stanley: da caldo e fenomeni estremi ricadute su oltre metà delle imprese
Gli effetti ci sono, e pesanti. Il riscaldamento climatico sta già avendo ricadute economiche su una metà delle imprese, riferite da un recente rapporto di Morgan Stanley, i cui risultati sono stati riportati da Bloomberg. Tra questi l’aumento dei costi, interruzioni del lavoro e perdite di fatturato. L’impatto finanziario crescente è uno dei principali motivi per cui alcune aziende continuano a perseguire la riduzione delle emissioni e ad adattarsi a un mondo che si riscalda, nonostante le turbolenze politiche, secondo quanto rilevato dall’indagine.
«Il 57% delle aziende intervistate – spiega il rapporto Sustainable Signals Corporates 2025 – afferma che eventi come caldo estremo o tempeste hanno avuto un impatto sulle operazioni nell’ultimo anno, una percentuale che sale al 73% nella regione Asia-Pacifico (APAC)». In Europa la percentuale è del 46%, la più bassa rispetto alle altre aree, mentre il 51% ritiene che gli effetti non sono stati «nulla di significativo».
«Il caldo estremo – continua il documento – è stato la fonte più comune di ricadute negative, indicata dal 55% di coloro che hanno riportato conseguenze (con una percentuale che sale al 65% nella regione Asia-Pacifico)».
Al secondo posto si collocano gli eventi meteorologici estremi o le tempeste (53%), che risultano essere l’impatto più frequente in Nord America (57%). In Europa, a differenza che in altre aree, il terzo motivo riguarda siccità e la scarsità di acqua, mentre incendi o fumi da una parte e inondazioni e innalzamento dall’altra sono temi meno sentiti che altrove.
L’impatto si è manifestato soprattutto, e su scala globale, con un aumento dei costi operativi, comprese assicurazioni e questioni legate alle forniture. Seguono anche questioni legate alla forza lavoro (sicurezza, assenteismo), e interruzione delle forniture. In Europa si è molto sentito il tema dei cambiamenti della domanda dei consumatori.
Fonte: Il Sole 24 Ore