ArcelorMittal batte le stime e scommette sulla ripartenza del mercato

ArcelorMittal batte le stime e mantiene una visione positiva sulle prospettive a medio-lungo termine del mercato dell’acciaio, nonostante un quadro ancora difficile per i produttori. Un segnale di fiducia importante per il produttore, che in questi mesi ha dovuto affrontare e risolvere dossier critici, come quello relativo alle attività minerarie kazake (dismesse dopo l’incidente che ha causato la morte di 46 persone) e alla presenza diretta in Italia nell’acciaio al carbonio, venuta meno in seguito alla decisione del Governo Meloni di commissariare l’ex Ilva.

La società, il maggiore produttore mondiale di acciaio al di fuori della Cina, ha registrato nel primo trimestre un utile lordo di 1,96 miliardi di dollari, rispetto a un consenso degli analisti di 1,71 miliardi di dollari. L’utile netto è stato di 938 milioni di dollari, rispetto alla perdita di 2,9 miliardi registrata nel quarto trimestre del 2023 e rispetto all’utile netto di 1,096 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Nel primo trimestre l’Ebitda è stato di 1,956 miliardi, mentre i ricavi si attestano a 16,282 miliardi, in calo dell’11,9% rispetto ai 18,5 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. I prezzi medi di vendita dell’acciaio – ha sottolineato la società – sono aumentati del 4,8% rispetto al quarto trimestre dello scorso anno. «Un migliore contesto di prezzi, combinato con la ripresa dei volumi, ha portato a migliori risultati trimestre su trimestre, che ora riflettono anche il valore fornito dalle nostre joint venture» ha detto il ceo Aditya Mittal, riferendosi presumibilment all’iniziative di ArcelorMittal sul dinamico mercato indiano. Il Gruppo, intanto, ha confermato anche le previsioni sul consumo apparente di acciaio al di fuori della Cina (un barometro chiave dell’economia mondiale), formulate tre mesi fa.

Le consegne sono state pari a 13,5 milioni di tonnellate, quando nel primo trimestre 2023 erano state di 14,5 milioni, mentre nel quarto trimestre 2023 sono state di 13,3 milioni. «Sebbene il sentiment economico generale rimanga moderato – ha inoltre dichiarato Aditya Mittal – ci aspettiamo che la domanda apparente di acciaio al di fuori della Cina cresca tra il 3% e il 4% quest’anno e siamo ben posizionati per beneficiare di questo miglioramento.

ArcelorMittal ha dichiarato in particolare di essere posizionata per una ripresa della domanda dopo che i margini nel settore dell’acciaio hanno subito un’erosione. Il mercato globale è stato ostacolato dalle difficoltà di manifatturiero ed edilizia, innescate dalla crisi immobiliare cinese e dalla debole crescita di molte delle maggiori economie del mondo. ll sentimento sembra avere raggiunto il livello minimo – spiega la società – e, date le scorte basse soprattutto in Europa, non appena la domanda reale inizierà a migliorare gradualmente, si prevede che la domanda apparente rimbalzerà. In Europa – ha dichiarato il mese scorso Word steel association – si prevede che la domanda di acciaio, messa alla prova dall’elevata inflazione e dalla politica monetaria più restrittiva, mostrerà una crescita molto modesta, prima di un aumento previsto del 5,3% nel 2025.

Gli ultimi mesi sono stati come detto complicati per il Gruppo siderurgico. L’anno scorso l’azienda è stata costretta a vendere le sue attività in Kazakistan dopo che un disastro minerario ha ucciso 46 lavoratori; a febbraio inoltre ArcelorMittal ha perso il controllo degli asset italiani dell’ex Ilva, commissariati dal Governo italiano.

Fonte: Il Sole 24 Ore