Avvolti da neve e luna piena nella Grande Corsa Bianca

A Central Park, appena fuori dallo zoo di New York, su uno sperone di roccia, passato il ponticello, c’è la statua di Balto. Pronta ad accettare abbracci da tutti i bambini e ricevere fotografie dai loro genitori. Il cane da slitta reso celebre in tutto il mondo dal film di animazione prodotto dal maestro Steven Spielberg. Quella statua ricorda una storia vera.

Nel 1925 l’Alaska venne colpita da una terribile epidemia di difterite. Balto, un husky, guidò una slitta trainata da cani e il suo musher – la guida – attraverso una tormenta per giorni pur di riuscire a consegnare l’antitossina ai malati di Nome, città portuale nell’estremità occidentale dell’Alaska. Il ghiaccio e la bufera di neve non permettevano alle navi di attraccare, né agli aerei di atterrare.

La slitta trainata dai cani era l’unica speranza. Venne organizzata una staffetta con 20 slitte, altrettante guide, e 140 cani. Lungo 674 miglia, oltre mille chilometri da percorrere nella neve. Balto, con i suoi compagni e il suo musher furono l’ultima squadra a completare il percorso da Nenana, la città dove si era fermato per la bufera il treno partito da Anchorage, fino a Nome. Arrivò dopo cinque giorni con il siero salva vita. La vicenda della Corsa del Siero, raccontata in diretta radio fu seguita da tutta l’America e finì sulle prime pagine dei quotidiani.

Nel 1973, Joe Redington senior, un veterano della Seconda Guerra Mondiale di Jersey City, la città di fronte a New York, diventato nella sua seconda vita allevatore di cani da slitta in Alaska, ebbe l’idea di organizzare in memoria di quella storia una corsa con i cani da slitta, la Iditarod Trail Sled Dog Race. Da allora si tiene ogni anno in Alaska, ai primi di marzo (l’edizione corta di quest’anno è partita proprio ieri, il 2 marzo. Sul sito iditarod.com si può seguire il live streaming con gli arrivi).

Non solo cani da slitta e le loro guide. Nel corso degli anni la partecipazione a quest’avventura estrema nel Grande Nord è stata aperta agli appassionati di sci, ai trail runners e ai ciclisti. Nel 2008 due amici della Val Camonica, appassionati di corsa e di montagna, Paolo Gregorini e Mario Sterli, parteciparono alla Iditarod. Tornati in Italia, con il bagaglio di quella incredibile esperienza, un po’ per gioco e un po’ per cercare di valorizzare i loro luoghi, organizzarono la prima Ititarod europea. Le Alpi, l’area verde più estesa di Europa che abbraccia otto nazioni, non hanno niente da invidiare al Grande Nord, anzi. La chiamarono Grande Corsa Bianca. La prima edizione nelle Terre alte partì quasi in sordina nel 2014 in Val Camonica.

Fonte: Il Sole 24 Ore