Bresaola della Valtellina Igp, inizio d’anno in ripresa dopo la crisi del 2023

Dopo un 2023 negativo, con la diminuzione del potere d’acquisto causata dall’inflazione che ha spinto i consumatori verso salumi più economici, all’inizio di quest’anno sono arrivati i primi segnali di ripresa per la Bresaola della Valtellina Igp. Secondo i dati comunicati dal Consorzio di Tutela, infatti, il primo bimestre del 2024 ha segnato un +9,4% di produzione certificata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

«Già nella seconda metà del 2023 abbiamo assistito ad una progressiva ripresa dei consumi che nel 2024 sta assumendo carattere di continuità nel segno positivo, dopo un periodo di effettiva contrazione – commenta Mario Francesco Moro, presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina –. L’immagine della nostra Igp si mantiene alta e gli italiani (ma non solo) amano questo prodotto prezioso per le sue valenze nutrizionali e perché sinonimo di una tradizione e di un saper fare tutti italiani. Quest’anno, anche in forza del nuovo Regolamento Ue che riforma il sistema delle Indicazioni Geografiche, ci impegneremo a rafforzare ulteriormente la posizione dei produttori certificati nella catena del valore».

Nel 2023, la produzione complessiva di Bresaola della Valtellina Igp riferita alle 15 aziende certificate si è attestata a poco meno di 11.900 tonnellate (-3,4% sul 2022) e in totale sono state avviate alla produzione poco più di 33.256 tonnellate di materia prima (-4,34%). Il fatturato al consumo lo scorso anno si è fermato a circa 451 milioni di euro (-8,3% sul 2022), «con un impatto sulla provincia di Sondrio – sottolineano dal Consorzio – di oltre 225 milioni di euro»: il settore assicura infatti circa 1.400 posti di lavoro e fa parte del Distretto agroalimentare di qualità della Valtellina – Official Supporter dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali di Milano Cortina 2026 – a cui contribuisce per oltre l’80% del valore. Nella grande distribuzione viene venduto l’83% della bresaola e l’export rappresenta poco più del 5% della produzione, per un valore di 13,3 milioni di euro (-1,7 per cento).

Fonte: Il Sole 24 Ore