Caso Toti, che succede ora? In Liguria ipotesi elezioni anticipate

Trema la giunta del governatore della Liguria, Giovanni Toti, dal 7 maggio al centro della bufera giudiziaria che lo vede agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e atti contrari ai doveri d’ufficio. Mentre il vicepresidente leghista assume la guida pro tempore dell’ente, arrivano le richieste di dimissioni dai partiti d’opposizione e, anche nella maggioranza, c’è chi non esclude elezioni anticipate.

Da delfino di Berlusconi a fondatore di “Cambiamo”

Giornalista, direttore di telegiornali a Mediaset (Studio Aperto e Tg4) e, per anni, fedelissimo di Silvio Berlusconi, Toti è stato anche un delfino (poi messo da parte, come tutti gli altri assurti a quel ruolo) del fondatore di Forza Italia. Nel 2015 viene scelto – lui, nato a Viareggio nel 1968, ma residente da anni alla Spezia – per correre alla presidenza della Regione Liguria, contro il centrosinistra. Una partita difficile, tanto da sembrare persa in partenza ma che, invece, inaspettatamente, Toti vince, sorprendendo, forse, lo stesso Berlusconi. Che comincia a trovarlo ingombrante.

Di lì a poco, tra l’ex premier e l’ex delfino cominciano i dissapori e, nel 2019, dopo avergli affidato l’incarico di coordinatore di Forza Italia (insieme a Mara Carfagna), Berlusconi lo esclude dal coordinamento di presidenza del partito. In quel momento Toti lascia Forza Italia e, dallo scranno di presidente della Regione Liguria, si dedica, tra l’altro, a creare un soggetto politico che possa riportarlo alla ribalta nazionale.

Fonda il partito di centrodestra Cambiamo e, anche sull’onda del consenso acquisito attraverso la ricostruzione, a tempo di record, del viadotto Morandi (crollato il 14 agosto 2018), si candida nel 2020 al secondo mandato come governatore ligure, vincendo con oltre il 56% dei voti. Poi tenta di rientrare nell’agone nazionale, alle politiche del 2022, con la lista Noi Moderati (composta da Noi con l’Italia, Italia al Centro, Coraggio Italia e Udc). Il progetto, però, non va a segno perché la lista ottiene un risultato molto al di sotto delle attese, attestandosi intorno al 2 per cento.

Toti, però, non sembra scoraggiarsi e prosegue il suo mandato come governatore ligure, puntando a mutare il volto della regione, concentrandosi, in modo particolare, sullo sviluppo delle infrastrutture e del turismo. In ballo ci sono anche i fondi del Pnrr e grandi opere, tra le quali la nuova diga foranea di Genova. E Toti accarezza perfino l’idea di un terzo mandato alla guida della Regione.

Fonte: Il Sole 24 Ore