Microsoft, Apple, Meta e Amazon annunceranno i risultati finanziari, tra mercoledì e giovedì. A Piazza Affari occhi sempre puntati sul risiko bancario
Fonte: Il Sole 24 Ore
Positiva, come detto, la performance dei “satelliti”. L’ebit proforma adjusted di Enilive pari a 95 milioni, è quasi raddoppiato su base sequenziale, sostenuto dal maggiore contributo delle attività retail, mentre risulta in riduzione rispetto al 2024 a causa dei minori margini dei biocarburanti. Plenitude ha conseguito un ebit proforma adjusted di 241 milioni, in linea con il 2024. Sommando i risultati delle due società, l’ebitda proforma adjusted dei due satelliti è stato pari a 0,17 miliardi per Enilive e a 0,36 miliardi per Plenitude.
Le perdite di raffinazione e chimica
L’attività di raffinazione ha chiuso con una perdita proforma adjusted di 91 milioni, peggiorando il confronto, spiega il gruppo, «sia rispetto al primo trimestre 2024 sia su base sequenziale, per effetto del continuo deterioramento dei margini». L’attività della chimica registra la perdita di 0,24 miliardi a causa della prolungata debolezza del settore europeo dovuto alla minore domanda e alla pressione sui margini da parte di operatori con posizioni di costo più vantaggiose.
Cala l’indebitamento
Il flusso di cassa adjusted prima dei movimenti del circolante ammonta a 3,4 miliardi, superiore ai fabbisogni per gli investimenti lordi di 1,9 miliardi. Il free cash flow organico di 1,5 miliardi e gli incassi netti da dismissione di circa 3 miliardi, relativi principalmente all’investimento del 25% di Kkr in Enilive, hanno consentito di remunerare gli azionisti con €1,2 miliardi (inclusa la terza tranche del dividendo 2024 di 0,76 miliardi) e di ridurre l’indebitamento finanziario netto di circa 1,8 miliardi a 10,3 miliardi rispetto al 2024.
Il piano di mitigazione
La società ha messo in campo, come sottolineato, alcune azioni di mitigazione, in risposta ai rischi macroeconomici e alle incertezze sui dazi commerciali, che sono previste compensare oltre 2 miliardi di effetti negativi dello scenario. A fronte di questa mossa, gli investimenti lordi per il 2025 sono stati rivisti al di sotto di 8,5 miliardi rispetto a una previsione iniziale di 9 miliardi. Gli investimenti al netto delle dismissioni sono attesi inferiori a 6 miliardi rispetto a una stima iniziale compresa tra 6,5-7 miliardi. Il rapporto d’indebitamento è, invece, atteso nell’intervallo 0,15 – 0,2.
Le stime su flussi di cassa e produzione
Assumendo lo scenario aggiornato di 65 dollari al barile per il prezzo del petrolio Brent, 40 euro per megawattora per il prezzo spot del gas al Ttf, 3,5 dollari al barile per il margine di raffinazione Eni SERM e un tasso di cambio euro/dollaro pari a 1,1, il flusso di cassa dalle attività operative adjusted di gruppo è ora atteso a 11 miliardi, un risultato migliore di quanto implicherebbe la variazione dei parametri di scenario. La produzione di idrocarburi attesa ancora a 1,7 milioni di barili di olio equilvalente al giorno allo scenario Brent di 65 dollari al barile.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Partiamo dalla valenza strategica di questa operazione e il motivo per cui noi abbiamo deciso di lanciare questa offerta. Sarebbe poco lucido investire 4,3 miliardi di euro per poi affossare l’oggetto del nostro investimento. Inoltre, l’esperienza mostra chiaramente che Bper ha sempre preservato i livelli occupazionali. In caso di riassetti, ci sono state uscite su base volontaria, pensionamenti e prepensionamenti, e sempre in accordo con i sindacati. Sotto il profilo delle filiali, attendiamo gli esiti dell’istruttoria Antitrust ma la nostra stima è comunque di numeri contenuti.
Che cosa succederà ai dipendenti di PopSo e al brand?
In Valtellina manterremo una forte direzione territoriale con potere creditizio. Per tutti i dipendenti ci sarà spazio per far parte di una banca più grande e forte, che consentirà di accedere a percorsi di carriera maggiori e con più opportunità di crescita. Per esempio, assumeremo 250-300 specialisti IT e i dipendenti di Sondrio che operano nel settore saranno valorizzati. Oggi circa il 40% del management di Bper viene da altre banche consolidate negli ultimi 4-5 anni. Il brand Sondrio rimarrà nelle aree storiche, perché parte integrante della forte identità territoriale della banca.
Non appena lanciata l’Ops, avete teso la mano alla controparte proponendo “un’operazione non ostile”. La risposta di Sondrio però è stata chiara: “no, grazie”. Ora che succede? Sarà scontro aperto?
Avevamo messo in conto la sorpresa. Però ritenevamo che considerate le radici comuni, la natura di banche territoriali e l’analoga attenzione alla gestione della clientela, non ci sarebbe stata una reazione negativa da parte del management di Sondrio. Così non è stato. Noi siamo convinti del forte valore dell’operazione per tutti gli stakeholder e, rimanendo sempre aperti al dialogo, andiamo avanti convintamente per la nostra strada.
Fonte: Il Sole 24 Ore
L’assemblea degli azionisti Ferrari ha promosso il 2024 del Cavalino Rampante, approvando un bilancio solido e confermando una visione proiettata verso l’innovazione e la sostenibilità. A testimoniarlo è la decisione…
Fonte: Il Sole 24 Ore
Euro a 1,09 dollari, yen in rialzo e yuan a minimi 2007. Corre Bitcoin
Variazioni importanti sul fronte dei cambi, dopo il dietrofront del presidente Usa, Donald Trump, sui dazi, che ha deciso di sospendere per 90 giorni le tariffe su 75 Paesi. Sulla Cina, invece, sono state alzate al 125%. L’euro passa di mano a 1,0981 dollari, rispetto a 1,1061 dollari della chiusura di ieri. Vola la divisa giapponese, considerata porto sicuro, con lo yen che balza dello 0,7% sul dollaro, in area 146,74. L’euro-yen si attesta a 161,24, con la moneta nipponica che si apprezza dello 0,33%. Lo yuan si attesta a 7,3499 dollari, ai minimi dal 2007. E’ in forte rialzo anche il Bitcon, che sale del 7,14% a 82.299
Tokyo vola del 9% e festeggia pausa dazi Trump
La Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo di oltre il 9%, in sintonia con l’euforia dei mercati asiatici dopo che Donald Trump ha annunciato una pausa su alcuni massicci aumenti tariffari, mettendo in pausa per ora alla guerra commerciale. L’indice Nikkei ha chiuso con un balzo del 9,12% a 34.609 punti, mentre l’indice Topix è balzato dell’8,09% a 2.539,40 punti. A Seul, l’indice Kospi ha chiuso in rialzo del 6,6%. La Borsa di Sydney ha chiuso in rialzo del 4,5%.
Borse cinesi positive. Pechino: «Ci batteremo fino alla fine»
Borse cinesi positive, nonostante l’escalation della tensione tra Stati Uniti e Pechino nella guerra commericale. L’indice Csi 300 di Shanghai è salito dell’1,31%, a 3.735 punti, mentre quello di Shenzhen ha guadagnato il 2,5%, a quota 1.868. In rialzo dell’1,9% Hong Kong. La mossa del tycoon, a dispetto dello stop di 90 giorni deciso per le tariffe reciproche verso decine di altri Paesi, ha messo ufficialmente la Cina nel ruolo di bersaglio principale di Washington.
Intanto, la Cina avverte gli Stati Uniti che i dazi sui principali partner commerciali avranno un «grave impatto» sulla stabilità dell’economia globale. «Gli Stati Uniti hanno annunciato l’imposizione di tariffe indiscriminate su tutti i loro partner commerciali, inclusa la Cina, il che viola gravemente i diritti e gli interessi legittimi delle aziende cinesi e compromette seriamente la stabilità dell’ordine economico mondiale», ha affermato He Yongqian, portavoce del ministero del Commercio, in una conferenza stampa. Pechino si appella a Washington per un compromesso e promette che «si batterà fino alla fine».
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Fonte: Il Sole 24 Ore
L’approccio prudente è mostrato dalla reazione di Borsa con le azioni salite di meno dell’1 per cento. Da inizio anno il titolo è crollato del 41% in linea con gli altri vettori che hanno accusato ribassi peggiori dell’indice S&P 500.
Secondo gli analisti, l’aumento dei costi e l’incertezza economica avranno probabilmente un impatto sulle intenzioni dei consumatori a spendere nei viaggi. Anche l’atteggiamento anti-americano potrebbe giocare un ruolo, con Air Canada che ha già registrato un calo dei viaggi negli Stati Uniti e Virgin Atlantic che ha avvertito un indebolimento della domanda sulle rotte transatlantiche verso il Regno Unito.
Il ceo ha sottolineato che finora l’impatto di Delta si è concentrato sulle vendite di biglietti nazionali, mentre la domanda internazionale «ha retto ragionevolmente bene». Tuttavia, ha ammesso che nei prossimi mesi si potrebbe vedere un impatto maggiore sulla spesa dei consumatori. «Sappiamo di non essere immuni e lo stiamo osservando con attenzione», ha aggiunto.
Mentre Delta ha rinunciato alle sue previsioni per l’intero anno, il vettore si è limitato a dare qualche indicazione sul secondo trimestre: l’utile rettificato nel periodo in corso sarà compreso tra 1,70 e 2,30 dollari per azione e i ricavi saranno compresi tra un calo del 2% e un aumento del 2% si legge in un comunicato. L’utile rettificato del primo trimestre di Delta è stato di 46 centesimi per azione, meglio dei 39 centesimi attesi dagli analisti. I ricavi, pari a 13 miliardi di dollari, hanno rispettato le aspettative.
Lo scenario per il vettore è cambiato improvvisamente dopo un inizio d’anno migliore del previsto. Ma Bastian ha detto che la prospettiva attuale è molto diversa da quello della pandemia, quando i timori per la salute portarono a un arresto quasi immediato della maggior parte dei viaggi. «Avendo vissuto quell’esperienza, quella attuale non la definirei affatto cupa. C’è più incertezza – ha detto – Di conseguenza, la crescita si è arrestata».
Fonte: Il Sole 24 Ore
Gli investitori intravedono spiragli di una tregua sul fronte dei dazi e i listini rialzano la testa dopo tre sedute consecutive nel caos. Prosegue la debolezza del dollaro, risalgono petrolio e oro
Fonte: Il Sole 24 Ore
Borse asiatiche recuperano in scia a Wall Street
A tarda seduta Tokyo è arrivato a guadagnare fino allo 0,34%, per poi chiudere piatta (+0,02%), mentre lo yen recupera sul dollaro, che cala 149,84 sulla valuta nipponica. Un sondaggio della banca centrale del Giappone ha rilevato un peggioramento del sentiment aziendale tra i grandi produttori. Hong Kong sale dello 0,26%, Shanghai dello 0,38%, Shenzhen guadagna lo 0,22%. La sudcoreana Seul balza di quasi il 2% mentre Taiwan è la migliore di tutta l’Asia sfiorando il +3%.
Wall Street chiude trimestre in rosso, sale attesa per dazi
Dopo aver toccato i minimi degli ultimi sei mesi, lo S&P 500 ha chiuso la seduta di lunedì in rialzo, così come il Dow Jones, mentre il Nasdaq Composite è rimasto in calo, seppur lontano dai minimi intraday. Gli investitori guardano al 2 aprile, il giorno in cui il presidente statunitense Donald Trump imporrà dazi reciproci e da lui rinominato «il giorno della liberazione». Crescono le preoccupazioni che i dazi peggioreranno l’inflazione e indeboliranno la crescita delle economie. Quella della vigilia è stata l’ultima seduta di un mese e un trimestre difficili a Wall Street, il primo con Trump di nuovo alla Casa Bianca. Lo S&P 500, dopo il record di febbraio, era sceso a marzo in correzione. A marzo, lo S&P ha perso il 5,8%, il peggior calo mensile dal dicembre 2022. Il Nasdaq ha ceduto mensilmente l’8,2%, il Dow il 4,2%. Nel trimestre, lo S&P ha perso il 4,6%, primo calo dopo cinque trimestri consecutivi in rialzo; il Nasdaq ha perso il 10,4%, il maggior calo trimestrale dal secondo trimestre del 2022.
Euro poco mosso, in lieve rialzo il petrolio
Sul valutario l’euro vale 1,0801 dollari (lunedìa 1,081) e 161,85 yen. Il cambio dollaro-yen è pari a 149,85. Il petrolio è in lieve rialzo: il wti di maggio sale dello 0,29% a 71,69 dollari al barile. Il gas lima dello 0,39% a 40,5 euro al megawattora.
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Fonte: Il Sole 24 Ore
Oro: continua rally e vola sopra 3.100 $ per prima volta
L’oro inizia la settimana all’insegna dei rialzi, proseguendo sulla via imboccata nelle precedenti sedute e volando a nuovi record, per la prima volta sopra 3.100 dollari l’oncia. Gli investitori continuano a orientarsi verso i beni rifugio, in vista della nuova ondata di dazi imposti dal presidente americano Donald Trump che scattano questa settimana, portando alle stelle il rischio di una guerra commerciale globale. L’oro spot ha toccato un massimo di 3.127 dollari, per poi riportarsi a 3.118 dollari (+0,94%), mentre i future scadenza aprile salgono dell’1,25% a 3.125 dollari, dopo avere toccato un massimo di 3.128 dollari. La scorsa settimana Trump ha imposto dazi del 25% sulle importazioni di auto negli Stati Uniti, mentre mercoledì prossimo dovrebbero scattare le tariffe reciproche. L’oro è salito di circa il 18% quest’anno, in una corsa che lo ha visto costantemente aggiornare i record. Varie banche d’affari hanno le aspettative sul prezzo del metallo prezioso, con Goldman Sachs Group che, per esempio, attende che l’oro voli a 3.300 dollari l’oncia nel 2025.
Giappone: produzione industriale torna a crescere, +2,5% a febbraio
Intanto, a febbraio la produzione industriale in Giappone è aumentata del 2,5% rispetto a gennaio, segnando il primo incremento in quattro mesi. Lo riportano i dati preliminari del ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, secondo cui la crescita è trainata dalla forte produzione dei settori dei macchinari e dei componenti elettronici: il primo comparto ha registrato infatti un balzo dell’8,2% grazie all’incremento delle esportazioni di attrezzature per la produzione di semiconduttori e di macchinari per la produzione di schermi piatti, il secondo ha segnato un aumento del 10,1%.
In calo invece i mezzi di trasporto (esclusi gli autoveicoli), i prodotti chimici inorganici e organici e il ferro, l’acciaio e i metalli non ferrosi. Sulla base dei piani di produzione delle principali aziende, il ministero dell’Economia giapponese prevede un aumento dello 0,6% mese su mese a marzo e dello 0,1% ad aprile.
Pmi manifatturiero a marzo sale in Cina a 50,5, incognita dazi
L’attività manifatturiera in Cina sale per il secondo mese consecutivo: l’indice Pmi si attesta a marzo a 50,5, in linea con le attese e oltre il 50,2 di febbraio, fino a testare il passo più ampio dell’ultimo anno sulla scia delle misure di Pechino a supporto della ripresa economica. Tuttavia, l’impatto potenziale dei dazi innescati dal presidente Usa Donald Trump è adesso motivo di seria preoccupazione per la crescita. Ad ogni modo, sia la produzione (52,6 da 52,5 di febbario) sia i nuovi ordini (51,8 da 51,1) hanno rialzi, in base ai dati dell’Ufficio nazionale di statistica. Mentre cedono l’occupazione (48,2 da 48,6) e la fiducia delle imprese (53,8 da 54,5), riflettendo le incertezze delle tariffe Usa. Sul fronte dei servizi, invece, il Pmi non manifatturiero si attesta a 50,8 a marzo da 50,4 di febbraio, ai livelli più alti degli ultimi tre mesi e oltre le attese degli analisti di 50,5.
I timori per l’economia Usa
Venerdì, l’S&P 500 è sceso del 2%, in uno dei suoi peggiori giorni degli ultimi due anni. Il Dow Jones Industrial Average ha perso l’1,7% e il Nasdaq Composite è crollato del 2,7%. Le preoccupazioni aumentano perché gli acquirenti spendono meno a causa delle preoccupazioni sull’inflazione e sull’economia. I rendimenti dei titoli del Tesoro sono scesi, anche dopo un rapporto sull’inflazione peggiore del previsto.
Fonte: Il Sole 24 Ore
«Il range non è una distorsione – commenta Gabriel Debach, analista di eToro – ma il riflesso della vera natura di Tesla: non è solo un titolo, ma una visione sul futuro. Un altro elemento chiave è rappresentato dalle metodologie di valutazione adottate. Il titolo può essere analizzato come un produttore automobilistico tradizionale oppure come una tech company ad alta crescita, che giustifica multipli molto elevati. Alcuni analisti applicano modelli discounted cash flow, con ipotesi ottimistiche sui flussi di cassa futuri. Altri adottano approcci sum-of-the-parts, suddividendo il business tra automotive, energia e AI. Questo porta a risultati molto diversi, anche partendo dagli stessi dati di base».
«Poi, naturalmente, c’è la politica. Gli eccessi di Musk hanno esposto il brand a un’ondata di ostilità negli Stati Uniti e in Europa: dimostrazioni davanti agli showroom (ieri a New York e Washington) e stazioni di ricarica attaccati, auto vandalizzate o date alle fiamme. Il presidente Donald Trump ha difeso il suo super consigliere, ha parlato di terrorismo e minacciato pene durissime. Ma Ross Gerber, investitore influencer e azionista del produttore di auto elettriche, ha chiesto a Musk di farsi da parte: «È tempo che qualcuno diriga Tesla. L’azienda è stata trascurata per troppo tempo».
Cosa vuole il mercato da Tesla
«Il forte divario dei target price delle diverse banche d’affari – è l’analisi di Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia – è legato alla difficoltà di riuscire a prevedere alcuni elementi esogeni rispetto ai fondamentali. In primis, la diffusione del movimento di protesta “Tesla Takedown”, nato per il ruolo di Musk nel Dipartimento per l’Efficienza Governativa, il Doge, e per il suo endorsement ad AfD in Germania, che ha alienato una parte della clientela del gruppo».
Poi ci sono le incognite delle guerre commerciali con i rischi di recessione per gli Stati Uniti. «La nostra view su Tesla è particolarmente cauta, soprattutto nel medio-breve termine, poiché il management, oltre ai problemi esterni, ha anche delle difficoltà industriali da superare. I vertici del gruppo devono tornare a risollevare le consegne soprattutto in Europa e in Cina, fare chiarezza sulle tempistiche nello sviluppo dei software di guida autonoma e fronteggiare con maggiore successo la concorrenza dei player cinesi. In particolare – conclude Diodovich – BYD».
Obiettivo 2 trilioni: possibile?
Quella BYD che fa numeri da capogiro, ha sorpassato Tesla in fatto di ricavi nel 2024 (107 miliardi contro 97,7) ed ha appena presentato una ricarica due volte più potente. Musk, in fondo, rilanciando su Optimus ha cercato di sviare l’attenzione. Non mancano, però, gli analisti che ripetono i suoi mantra: guida autonoma, robotica, nuova rivoluzione tech. «Tesla è un titolo azionario che suscita un dibattito emotivo tra tori e orsi – sostiene Dan Ives, direttore generale e responsabile della ricerca tecnologica di Wedbush – e che ha avuto molti detrattori nell’ultimo decennio. Noi non abbiamo mai considerato Tesla come un’azienda automobilistica, ma piuttosto come uno dei migliori esempi di azienda tecnologica disruptive al mondo».
Fonte: Il Sole 24 Ore