Mosca: «Vogliamo la pace in Ucraina, non una tregua»
La Russia “vuole la pace in Ucraina, non una tregua”. L’ha dichiarato l’ambasciatore russo presso le Nazioni unite, Vassily Nebenzia in un’intervista all’agenzia statale russa Ria Novosti. “Siamo a favore della pace, non di una tregua, e la pace è possibile solo se vengono soddisfatte le nostre condizioni ben note e ripetutamente espresse”, ha affermato Nebenzia, all’indomani della notizia di un colloquio tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader Usa Donald Trump.
Nebenzia ha detto che la Russia è pronta a studiare la posizione degli Stati uniti sull’Ucraina non appena sarà adeguatamente espressa, ma finora ha sentito “solo slogan”. Per questo, sta monitorando “attentamente la retorica del presidente statunitense Donald Trump e del suo team. Siamo aperti al dialogo su una base di rispetto reciproco e parità. Per quanto riguarda segnali specifici su come riprendere i contatti, inclusa la situazione intorno all’Ucraina, non sono ancora stati ricevuti. Quando la nuova amministrazione formulerà e presenterà una posizione chiara sulla risoluzione dell’ucraina, allora la studieremo”.
Per ora non c’è alcun piano concreto di pace, solo una proposta americana per preparare una road map. Lo ha affermato il consigliere speciale della presidenza ucraina Mikhailo Podolyak in un colloquio pubblicato oggi da Repubblica, dopo il presidente Usa Donald Trump ha rivelato di suoi contatti con il leader russo Vladimir Putin per procedere verso una pace.
“Non accetteremo ultimatum dalla Russia: se le condizioni saranno le solite, l’Ucraina continuerà a combattere come fa da tre anni”, ha affermato Podolyak, che non vede sul tavolo un piano Trump. “A oggi non esiste un piano definitivo su come questa guerra dovrebbe finire. Ci sono solo proposte da parte americana per elaborare una road map”.
Secondo il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la Russia “non è pronta per un vero negoziato, in cui dovrebbe considerare le posizioni dell’Ucraina e dell’Europa. Non è pronta a un tavolo basato sul diritto internazionale. La sua formula si fonda sugli ultimatum, e questo è inaccettabile”.
Fonte: Il Sole 24 Ore