Sviluppata sulla piattaforma STLA Medium di Stellantis, arriva alla terza generazione anche in versione 100% elettrica.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Nuova Jeep Compass interni
Completamente inedito l’abitacolo, caratterizzato dalla strumentazione digitale da 10 pollici e grande schermo centrale da 16 pollici a sviluppo orizzontale da cui gestire il sistema di infotainment connesso.
Grazie alla nuova piattaforma e alle dimensioni aumentate, la Jeep Compass offre maggiore spazio a bordo a partire dai sedili posteriori (con frazionamento 40/20/40 di serie su tutte le versioni) e una capacità di carico cresciuta di 45 litri per un totale di 550 litri. Su tutte le versioni sarà presente il Selec-Terrain, pensato per garantire il miglior grip su ogni fondo.
Motorizzazioni nuova jeep compass
Sotto il cofano della Jeep Compass arriveranno i propulsori puretech 3 cilindri 1.2 ibridi leggeri a 48 volt da 145 cavalli con trazione 4xe e il 1.6 plug-in hybrid da 195 cavalli. La Jeep Compass elettrica sarà proposta in abbinamento a due batterie, partendo dalla versione da 74 kWh a trazione posteriore con 213 cavalli di potenza.
Passando alla versione con batteria da 96 kWh, la potenza raggiunge i 375 cavalli nel modello 4×4 e l’autonomia i 650 km optando per la due ruote motrici da 231 cavalli. La ricarica arriva fino a 160 kW utilizzando prese in corrente continua, mentre in corrente alternata si arriva a 22 kW. L’elevata autonomia deriva anche dal CX migliorato del 10%, raggiungendo un valore inferiore a 0,3, grazie all’introduzione di elementi come la griglia attiva integrata direttamente nel paraurti anteriore, le prese d’aria sulle ruote anteriori e posteriori, i bordi posteriori affilati e un design del sottoscocca completamente piatto.
Jeep Compass prezzi
Ma quanto costa la nuova Jeep Compass? Il listino partirà da 41.900 euro per la versione da 145 cavalli, mentre la First Edition elettrica da 213 cavalli sarà proposta a 49.900 euro a fronte di una dotazione full optional comprendente cerchi da 20 pollici, fari a matrice di Led, guida autonoma di Livello 2, sensori di parcheggio anteriori e posteriori e una telecamera posteriore per il parcheggio.
Fonte: Il Sole 24 Ore
L’infotainment, che sfrutta il SoC Qualcomm Snapdragon 8155, è aggiornabile via Ota (Over-The-Air) e supporta i principali standard di connettività come Apple CarPlay e Android Auto. Comodo il caricatore wireless per smartphone da ben 50 Watt. Il sistema di bordo permette di visualizzare in tempo reale lo stato della batteria, i consumi energetici, i flussi tra i motori e la rigenerazione. Tramite un’app dedicata, il conducente può monitorare lo stato di carica, programmare la ricarica e preimpostare la climatizzazione dell’abitacolo anche da remoto.
Omoda 7, guida e vita a bordo. Il nostro giudizio
Il nuovo suv cinese, va detto subito, è costruito e finito in modo maniacale. Gli assemblaggi sono curati e precisi. La qualità dei materiali è alta. E l’insieme è solido, senza scricchiolii; per di più, Omoda 7 è abbastanza silenziosa, almeno finché non si spinge sul gas e, a quel punto, senza troppo brio, interviene il termico con un rumore decisamente non gradevole (come molte vetture ibride). Positivo anche il giudizio sull’abitabilità: abbiamo viaggiato in quattro nella maratona sulle strade cinesi e il suv cinese si è sempre dimostrato comodo, con spazio per le gambe da ammiraglia.
Al volante, la vettura si comporta in modo sano, molto meglio di altre cinesi, morbide e ondeggianti. Rollio e beccheggio sono contenuti. Valido lo sterzo, mentre i freni sono efficaci nella parte finale della corsa del pedale e quindi non modulabili come su vetture occidentali.
Giudizio sospeso sugli Adas. La vettura usata per la prova, non destinata al mercato europeo, esibiva un comportamento brusco ed erratico. Si tratta di un evidente problema software e le vetture che arriveranno tra ottobre e novembre, con un prezzo inferiore ai 40.000 euro, dovrebbero essere in linea con lo standard della casa.
Infine, l’ergonomia. Ci sono molti comandi accessibili solo dal touchscreen, compresa la regolazione degli specchietti retrovisori, stile Tesla, che non convince. Poco originali i comandi al volante che, come capita in gran parte della produzione cinese, sembrano essere presi da Tesla. Comodo il selettore delle marce sul piantone, tipo Mercedes, e di facile riconoscibilità i tasti sulla console centrale.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Il nodo Jagura land Rover
La casa cinese, infatti, produceva (e produce) i modelli di Jaguar e Land Rover (gruppo indiano Tata) ma qualche anno fa propose uno scandaloso clone della Evoque (pratica comune in cina anni fa visto che Byd della prima ora clonava la Bmw X5). L’incidente che aveva coinvolto i due governi, inglese e cinese, fu poi assorbito e ora i rapporti sono normalizzati. Nei giorni scorsi, tuttavia abbiamo osservato direttamente un fatto strano: in occasione di un summit Chery a Wuhu, i modelli di tutti i brand del gruppo erano schierati in un piazzale di un mega evento di reveal della nuova Omoda 3. E non c’erano solo Omoda, Jaecoo, iCar (ne parliamo fra poco) e Lapas (brand per il Sud America) ma anche una Jaguar e una Land Rover. E il dubbio sorto subito è che Chery sia pronta ad acquisire da Tata Motors il gruppo luxury inglese che magari, insieme a Maserati, potrebbe creare un polo del lusso dando anche ossigeno e sostegno alle fabbriche inglesi e italiane dei tre marchi in crisi. Non solo: a giugno 2024 Jlr e Chery hanno firmato lettera d’intenti per la concessione in licenza del marchio Freelander alla nuova joint venture (battezzata CJR) per la produzione di veicoli elettrici in Cina. In base al nuovo accordo di licenza proposto, da indiscrezioni di rapida attuazione, la joint venture si orienterà alla produzione di un portfolio avanzato di veicoli elettrici basati sull’architettura EV di Chery, esclusivamente con il marchio Freelander.
Zhang, tuttavia, a una domanda diretta del Sole 24 Ore esclude una integrazione per acquisizione, quanto ipotizza un rafforzamento delle sinergie industriali e tecnologiche in seno alla partnership tra Chery e JLR/Tata.
Verso la creazione di un consorzio cinese per l’automotive
«Io spingo sulle collaborazioni e sulla condivisione aperta, dice il top manager cinese, per creare sinergie e migliorare lo stato di salute dell’industria automotive». E questo ci pare un approccio Open source, quasi socialista e forse ideologicamente naturale per un gruppo statale cinese. E poi c’è un altro aspetto: il consolidamento in atto dell’automotive cinese. È inevitabile, come ci ha spiegato Dario Duse di AlixPartners, che sia in corso una selezione naturale dove resteranno magari solo tre mega gruppi. Ma Zhang si spinge oltre: “Credo sia necessaria una collaborazione tra tutti i gruppi cinesi per mettere risorse a fattor comune e migliorare redditività e qualità (in Chery, e lo abbiamo visto, in fabbrica sono ossessionati dalla qualità, ndr). Insomma, quella che Chery e Zhang lanciano è una sorta di Airbus tutto cinese dell’automotive. E questa ipotesi che aumenta la già impressionante potenza di fuoco dell’auto cinese non può che destare qualche ulteriore preoccupazione nei vertici dei grandi gruppi Europei. Del resto, e lo abbiamo notato osservando da vicino i nuovi modelli al Salone di Shanghai, e facendo un test drive maratona di 1.400 km per testare i consumi di una Omoda 5 Super Hybrid, quello che sussiste tra i marchi e i gruppi cinesi è una condivisione di elementi e componenti come maniglie, elementi di arredo, minuteria, display, basi di ricarica wireless. Pezzi che, di qualità indubbiamente molto alta, sono comuni a molti modelli. Una strategia che abbatte i costi a livello di sistema industriale e genera una specializzazione dei finitori: un solo pezzo per tutti, ma solo quello che l’utente normale non nota.
Questo elemento organizzativo insieme a prodotti di alto livello, con powertrain ibridi extended range o elettrici rendono Chery e tutto il settore auto cinese una vera macchina da guerra e per arginarla i dazi servono poco, anzi creano maggiori problemi. Zhang ovviamente è fortemente critico sulle barriere tariffarie e punta a dialogare per arrivare a una rimozione anche di quelle europee per le auto elettriche. “Le guerre commerciali – dice – fanno male a tutti”.
Sembra essere invece in stand by lo sbarco negli USA e l’ipotesi di una fabbrica in America, sulla scia di quanto fatto decenni fa giapponesi, coreani ed Europei. “L’attuale situazione di incertezza sui dazi e sulla politica negli Usa ci spingono alla prudenza e mantenere una linea di attesa”. Insomma, Zhang non esclude l’ingresso nel mercato americano, ma occorre una stabilizzazione dei rapporti commerciali e politici tra i due paesi”.
Fonte: Il Sole 24 Ore
La funzionalità dell’App My Renault
Trafic, Estafette e Goelette possono contare sulle funzionalità dell’App My Renault, utili per gli spostamenti con i veicoli elettrici: programmazione ad esempio della ricarica e pre-condizionamento, monitoraggio dell’autonomia. A queste funzioni se ne aggiungono altre che facilitano ad esempio gli interventi e la manutenzione, come localizzazione del veicolo, lo stato delle porte dotate di chiusura centralizzata, il monitoraggio del calendario degli interventi di manutenzione e altri avvisi ancora.
Tutti i servizi Mobilize per le flotte
Per quanto riguarda la gestione delle flotte, le nostre soluzioni connesse sono progettate per offrire massime prestazioni e adattabilità al parco veicoli: Mobilize Fleet Data fornisce i dati basici dei veicoli e cioè ladistanza percorsa, gli avvisi di manutenzione, le geolocalizzazione e altri ancora per alimentare i tool di gestione già esistenti. Mobilize Fleet Connect rende, inoltre, disponibile una piattaforma sul web e un’applicazione per ottimizzare la gestione delle flotte in tempo reale, con servizi che prevdedono sia il monitoraggio dei consumi che l’utile geolocalizzazione dei mezzi.
Il nuovo Trafic elettrico debutta per primo
Sono state prodotte oltre 2,5 milioni di unità delle tre generazioni di Trafic, lanciato nel 1980. Da allora, il commerciale Renault è diventato un punto di riferimento sul mercato dei furgoni di medie dimensioni. Con quest’eredità alle spalle, la quarta generazione 100% elettrica porta avanti una rivoluzione senza compromessi. L’altezza è stata contenuta in meno di 1,90 metri, per un accevole accesso ai parcheggi sotterranei. Oltre alle modifiche stilistiche, Renault ha puntato sulla percezione del veicolo che doveva puntare molto sulla robustezza d’uso, accentuata dalle protezioni sottoscocca nere come i paraurti anteriori e posteriori. Con le parti inferiori delle porte a dare un’impressione di solidità studiata per un utilizzo quotidiano intensivo. All’interno c’è un quadro strumenti da 10 pollici e un dispaly centrale da 12 pollici. I vani portaoggetti, utili per gli operatori professionali sono ingegnosi oltre che numerosi.
Goelette disponibile in tre versioni
Il Golette, invece, viene proposto in tre varianti: telaio cabinato, con cassone e ribaltabile. Il posteriore, non equipaggiato, è stato progettato per essere personalizzabile all’infinito con componenti strutturali che consentono di integrare tutte le problematiche d’uso. Le configurazioni sono adatte alle specifiche esigenze degli utenti. La capacità di carico è di 14 tonnellate. Veicolo commerciale storico di Renault è sulle strade dal 1956 e si distingue per la grande versatilità degli allestimenti. Sul telaio si monta un cassone che supera i 10 mq. La cabina ospitare 6 passeggeri.
Estafette campione dell’ultimo miglio
Dopo oltre mezzo milione di unità prodotte dal 1959 al 1980, ora nella versione elettrica può contare su un volume di carico di 9,2 mq. Le porte sono scorrevoli e a scomparsa. Le dimensioni sono compatte, è lungo 5,27 metri e largo 1,92 metri, facilitano l’uso in città. L’altezza di 2,60 metri consente anche a chi è alto un metro e 90 cm di muoversi nel vano di carico comodamente. La plancia, infine, è la stessa utilizzata dal Trafic con soltanto la differenza che è più alta di 20 cm
Fonte: Il Sole 24 Ore
Jaecoo 7 SHS, il primo ad adottare questa tecnologia ibrida rivoluzionaria, è considerato uno standard di mercato sin dal suo lancio. Dal suo debutto con un’autonomia complessiva di 1.427,5 km in Asia sud-orientale (Singapore, Malesia, Thailandia) fino ai 1.488,8 km nei terreni impegnativi delle Filippine e, infine, un record rivoluzionario di 1.613, sugli altipiani d’alta quota del Messico.
Gli interni sono pensati in modo coerente con gli esterni, in un linguaggio stilistico ispirato, secondo la casa, alle astronavi dei cartoni animati e dei film di fantascienza. La plancia, molto hi tech, presenta una illuminazione ambientale che prosegue nei pannelli porta con effetti decisamente spaziali. Impossibile non notare qualche isoirazione co. Lamborghini Urus, pur con le opprtune distanze siderali in termini di posizionamento e dimensioni.
Omoda 3, va detto, stupisce per linee e dotazione tecnologica, addirittura c’è una possibilità di inegrare wireless, una console per video game, ovviamente da usare solo con la vettura ferma
L’arrivo in strada è previsto per ottobre.
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Fonte: Il Sole 24 Ore
Tanta tecnologia, carrozzerie estreme e auto ispirate ai modelli europei
Fonte: Il Sole 24 Ore
L’autonomia in modalità elettrica è di 380 km. Inoltre il tempo per la carica dal 20 all’80% è di 9 minuti.
Volvo, debutta in pubblico la XC90 plug-in
All’Auto di Shanghai 2025 Volvo ha presentato la nuova XC90. Si tratta della prima apparizione pubblica della vettura dopo il lancio. Dal punto di vista estetico, le linee della carrozzeria della nuova XC90 riprendono il linguaggio stilistico. La griglia di aspirazione dell’aria adotta un design a griglia obliqua. I fari anteriori Thor’s Hammer su entrambi i lati sono stati modificati e collegati alla griglia. La vettura è arricchita di un nuovo volante a tre razze e di un inedito cockpit intelligente One HMI oltre ad uno schermo centrale sostituito con un flottante più grande da 11,2 pollici. Per quanto riguarda, poi, la potenza, la XC90 offre una versione a benzina con un motore 2.0T e un sistema ibrido da 48 Volt per una potenza di 250 cv. Si aggiunge, poi, la variante plug-in con un motore 2.0T per una potenza 455 cv e un’autonomia in modalità elettrica di oltre 70 km.
Lotus al salone Shanghai con due super elettriche
Lotus Sports Cars ha esposto a Shanghai due auto sportive, Evija e Theory 1. La Evija è di fatto la prima supercar elettrica del marchio, mentre la Theory 1 rappresenta la vettura del futuro. Il prezzo cinese della Evija è di 21,88 milioni di yuan: ne saranno prodotte 130 unità.
Disponibile anche un’edizione limitata di 8 unità Evija Fittipaldi, al prezzo di 26,88 milioni di yuan. La potenza della supercar è di 2.000 cv con una coppia di 1.700 Nm. Adotta, poi, un sistema di trazione integrale elettrico con una potenza massima di 2000 cavalli (1470 kilowatt) e una coppia di 1700 Nm. E’ accreditata, infine, di una velocità massima di 320 km/h. Per quanto riguarda la Theory 1 la potenza è di 1.000 cv cui si aggiunge il sistema che attiva la trazione integrale. Il tempo di accelerazione da 0 a 100 km/h è di all’incirca di 2,5 secondi, mentre la velocità massima è di 322 km/h.
Smart espone in pubblico la #5 in versione Brabus
Il brand Smart ha svelato alla rassegna cinese l’ultimo modello arrivato e cioè la #5 Brabus che rappresenta l’ennesima collaborazione fra il brand Smart e il preparatore europeo. La vettura oltre ad uno stile distintivo, aggiunge un design sportivo oltre che una dinamica di guida audace. Il suv che come tutte le Smart è 100% elettrico è pensato per un pubblico di appassionati alla guida, ma che puntano a distinguersi. All’interno, l’abitacolo è rifinito con dei materiali premium che si abbinano a dettagli di tipo artigianali, a dimostrazione della cura maniacale. Ma è su strada che la Smart #5 Brabus dà il meglio di sé: con una potenza di 475 kW e una coppia massima di ben 710 Nm, garantisce una esperienza di guida da autentica sportiva. L’autonomia arriva fino a 540 km e la ricarica dal 10 all’80% avviene in 18 minuti, grazie all’uso della piattaforma a 800 volt.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Una nuova era dell’interazione digitale
L’AUDI E5 Sportback ridefinisce la tecnologia in-car con il sistema operativo Audi, un sistema operativo intuitivo e fulmineo che si adatta alle esigenze di ogni conducente. Alimentato dal chipset Qualcomm Snapdragon 8295 con la precisione a 5 nanometri e la capacità di eseguire ben 30 miliardi di operazioni al secondo, AUDI OS garantisce una esperienza intuitiva progettata per semplificare la vita degli occupanti. Con un coinvolgente display 4K da 27 pollici si visualizza il più ampio flusso di informazioni. Ogni superficie tattile, inoltre, è stata progettata per rafforzare un ambiente che offre un senso di calma.
Assistente AUDI: il compagno personale
Il sistema operativo AUDI si interfaccia con un ecosistema di intrattenimento e app, accessibile tramite uno store in-app abilitato al riconoscimento facciale completamente integrato nel mondo digitale cinese. La connettività con smartphone è senza interruzioni e le sincronizzazioni sono senza sforzo. Al centro dell’auto c’è l’AUDI Assistant, un avatar abilitato al tocco e alla voce umanizza l’interazione digitale. Preciso e giocoso, bilancia l’innovazione all’avanguardia con carisma e calore. Si può, infine, calibrare l’assistente con il tocco di un dito e rimanere sempre pienamente sotto controllo.
Dinamica di guida all’avanguardia del settore
Sintonizzata dal centro di ricerca e sviluppo di Audi in Germania, l’AUDI E5 Sportback adotta la dinamica di guida di tutte le Audi, reinventata per l’era elettrica. Accelerando da 0 a 100 km/h in appena 3,4 secondi, l’E5 è disponibile in quattro varianti elettriche con trazione posteriore o Quattro a trazione integrale e con potenze di 220, 300, 425 o 579 kW. Progettata per bilanciare dinamica con l’usabilità di tutti i giorni, la capacità della batteria fino a 100 kW consente un’autonomia di 770 km e grazie alla ricarica ultraveloce a 800 volt, può ricaricare 370 km di autonomia in 10 minuti.
Sistemi di assistenza alla guida per scenari cinesi
Il sistema AUDI 360 Assisted Driving basato su LiDAR supporta un’esperienza di guida sicura e rilassante che è stata rigorosamente testata per soddisfare gli standard di sicurezza. Il veicolo è dotato di 29 unità hardware di percezione, tra cui un LiDAR di 100 linee con capacità di rilevamento a lungo raggio, tre radar a onde millimetriche a lungo raggio, dodici sensori a ultrasuoni, undici telecamere e diverse unità di rilevamento multimodale. Questa suite di sensori combina le tecnologie di percezione e visuali, per una completa assistenza alla guida.
I prossimi modelli AUDI fra il 2026 e 2027
Progettato per complesse condizioni di guida urbane, l’E5 è in grado di prevedere tricicli e piloti di consegna come quqsi un veterano, riflettendo la vera risonanza con gli scenari di guida locali. Dopo l’E5, altri due modelli col nuovo marchio AUDI completamente elettrici saranno lanciati nel corso del 2026 e del 2027, a completamento di una delle più grandi iniziativa di prodotto mai fatta registrata da Audi. Quasi come l’espressione del Vorsprung durch Technik adattata ad oggi per Audi che rappresenta un entusiasmante capitolo e un salto nel futuro della mobilità che il brand si è programmato per domani.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Al via la 21a edizione del Salone dell’Auto di Shanghai 2025 che aprirà i battenti al pubblico dal 27 di aprile al 2 maggio, dopo le due giornate che come tradizione sono riservate ai media provenienti da tutto il mondo (23-24) e quelle per gli operatori di settore (25-26)
Fonte: Il Sole 24 Ore